Una questione di soldi. O meglio, di «fair value», di giusto valore. Il signing tra Pallotta e Friedkin per il passaggio di mano della Roma arriverà nei prossimi giorni, ma forse bisognerà aspettare addirittura fino alla metà di marzo o giù di lì.
Ieri a un certo punto si era addirittura sparsa la notizia che Pallotta e Friedkin fossero entrambi a New York, negli uffici della Raptor, pronti per firmare l’atteso contratto preliminare. Invece né James Pallotta né alcun membro della famiglia Friedkin (Dan e Ryan, ma neanche il presidente del gruppo Marc Watts) erano lì. Le trattative tra gli avvocati e gli advisor vanno ovviamente avanti, ma ieri non c’è stata alcuna accelerata.
Resta chiaramente l’intenzione di Pallotta di vendere e quella di Friedkin di poter comprare. Ma tutto quello che sta succedendo nel mondo intorno al coronavirus ha cambiato anche alcune carte in tavola nella trattativa.
Gli uffici legali stanno infatti rivedendo i contratti su alcuni aspetti specifici, considerando proprio due scenari: l’immagine internazionale che ha dato di sé il calcio italiano a livello di sistema (con tanto di incertezza strutturale) e la situazione economica mondiale.
FONTE: La Gazzetta dello Sport