Alla fine il Boss ha cantato. Bruce Springsteen ha tenuto regolarmente il suo concerto al Parco urbano Giorgio Bassani di Ferrara nonostante l’alluvione che ha messo in ginocchio l’Emilia Romagna e le Marche. Giusto cantare e ballare, mentre a pochi chilometri le famiglie piangono i morti e la gente spala nel fango? (…) Nella stessa notte, a mille chilometri di distanza, a Leverkusen, José piangeva, ma di commozione, per la prestazione della sua Roma che, per quanto trasfigurata dalle assenze, incerottata e stanca, ha saputo raggiungere la finale di Europa League, grazie a una prova di enorme spessore etico. Nessuna ritirata, nessuna resa.
Anche senza pallone, lasciato ai tedeschi, anche senza tirare in porta, i giovani di Mou hanno combattuto, sofferto, spalato nel fango e raggiunto la finale di Budapest. A fine partita, al culmine della gioia, lo Special One ha provato pudore, quasi imbarazzo per la propria felicità e ha detto parole preziose: “È un momento di grande festa per Roma, ma non possiamo dimenticare la tristezza e le difficoltà dell’Emilia. Nella sofferenza bisogna essere uniti. Magari loro possono trarre coraggio da noi”.
Empatia, non c’è parola che Mourinho ripeta più spesso. L’empatia, il comune sentire tra allenatore, squadra, tifosi, città è il segreto che ha spinto la Roma ben oltre i suoi limiti. Roma non ha mai avuto un imperatore così riconosciuto. Ma l’empatia dello Special One va oltre le mura dell’impero e lo porta a sentire anche il dolore degli alluvionati a mille chilometri di distanza. È ciò che è mancato a Bruce Spingsteen. Il vero Boss giovedì stava a Leverkusen. (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport – L. Garlando
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