Russi e americani, ma questa volta fortunatamente si tratta solo di una partita di Conference League. Senza i soldi degli amici del giro Abramovich–Gazprom, a quest’ora il Vitesse, una delle squadre più antiche d’Olanda, sarebbe fallito. Per anni il Vitesse è stato la squadra satellite del Chelsea (Matic e Mount i due ex gialloneri che hanno fatto più strada), ma oggi in rosa non c’è più alcun elemento di proprietà dei Blues. I capitali russi però sono rimasti, passando nel 2018 da Alexander Chigrinsky a Valeri Oyf, ex direttore di Rosneft e Gazprom. La linea però è rimasta quella di una gestione oculata che permetta la sopravvivenza del club e poco più, provando a valorizzare qualche talento.
Come il difensore Doekhi, nipote di Winston Bogarde, che ha fatto un figurone contro Harry Kane nell’1-0 rifilato al Tottenham lo scorso 21 ottobre. Oppure Bazoer, centrale o mediano che anni fa fece scalpore abbandonando il vivaio del Psv per passare in quello dell’Ajax, rigeneratosi ad Arnhem dopo qualche battuta a vuoto. O ancora come il bomber Openda, 16 reti stagionali, punta centrale in un attacco a due o anche ala in un tridente. Più stagionato lo slovacco Bero, mezzala 26enne di quantità e qualità, che ha debuttato in nazionale assieme a Skriniar.
In rosa anche l’ex Juventus under-23 Baden Frederiksen, unico arrivo non a parametro zero del mercato stagionale del Vitesse (è costato 1,8 milioni), autore di una discreta stagione con 10 gol segnati; e il prestito della Fiorentina Rasmussen difensore che con Doekhi e Bazoer completa la linea a tre (a cinque in fase di non possesso ) predisposta dal tedesco Thomas Letsch.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Cordolcini