I dubbi e le lusinghe (dell’Inter) adesso sembrano essere davvero alle spalle. Prima che la squadra, Edin Dzeko ha ritrovato se stesso e il suo ruolo centrale in tutti i gruppi che hanno la fortuna di averlo al loro servizio.
Ebbene, se i gol sono la cartina di tornasole degli attaccanti, il centravanti bosniaco ne ha già segnati 6 nelle 7 partite fin qui disputate dall’inizio della stagione: 4 con la Roma (3 in campionato e 1 in Europa League) e 2 con la sua nazionale.
Numeri da leader vero, che trova il gemello in Aleksandar Kolarov, amico fraterno fuori dal campo – il più caro di tutti – e spietato “terminator” dentro, visto che il serbo ha preso parte attiva ad almeno un gol (segnandone già 3) in tutte e 4 le giornate di campionato.
Kolarov stile Messi – Dalla stagione 2017-18 – quando è arrivato alla Roma – nei 5 maggiori campionati, solo l’argentino ha segnato su punizione diretta più gol del serbo, che è arrivato a quota 6. «Era un tipo di punizione su cui sono sempre fiducioso di poter fare gol – ammette il difensore giallorosso -. Sentivo che la barriera non avrebbe saltato, così ho tirato in quel modo ed è andata bene. Era importantissimo vincere ed indirizzare la strada della Roma».
A rabbuiare Kolarov è solo il racconto del rigore subito. «Ho preso Soriano soltanto dopo aver toccato il pallone, anche perché non posso sparire. Ero convintissimo che non fosse rigore. Ci sta di sbagliare, così ho detto all’arbitro di andare alla Var, ma dopo dieci secondi di “silent check” ci ha confermato che lo avevano visto. Peccato, stava compromettendo una partita dominata dalla Roma»
FONTE: La Gazzetta dello Sport