Tutto cominciò il 30 agosto 2015. E meglio non sarebbe potuta cominciare perché il primo gol di Edin Dzeko in Italia, in serie A, con la maglia giallorossa, fu nell’esordio all’Olimpico contro la Juventus: fu il gol che mise la partita in cassaforte dopo la rete di… Pjanic. E già, Mire: che ora è passato in bianconero. L’immagine di Chiellini che non riesce a contenere il gigante, con Buffon battuto, è ben chiara nella mente dei tifosi.
ROMANISTI – Non si sapeva, allora, che la stagione di Dzeko, dopo quel gol, sarebbe stata intervallata da qualche luce, tante ombre, gol clamorosamente sbagliati. In mezzo anche un paio di fastidiosi stop fisici. Un altro Dzeko rispetto a questo, capocannoniere del campionato (con Icardi) e regista d’attacco della Roma: e che contro il Milan ha cominciato a prendere anche le sembianze del cattivo, come lo vuole il suo allenatore. Eppure a Dzeko non serve la faccia del cattivo per dimostrare quel che vale: alla fine la sua carriera (nazionale compresa) lo mette a 10 gol da Higuain, 260 a 270, con una quarantina di partite in più giocate (576 a 539). Gol segnati in tutti i modi. E gol pesanti: per il primo titolo tedesco della storia del Wolfsburg, per la Premier che il City è tornato a vincere 43 anni dopo (nel 2012) per poi ripetere il trionfo nel 2014. Oppure, altra perla della sua carriera, per le qualificazioni ai Mondiali 2014 della sua Bosnia Erzegovina, al primo pass della storia con il suo bomber scatenatissimo (fece 10 reti). Sono tutti gol attraverso i quali leggere il carattere di questo ragazzo che evidentemente non ha avuto bisogno della faccia cattiva per compiere imprese. Certo è che, a vederlo con il Milan, l’espressione indurita gli dona. Segno che gli stimoli verbali di Spalletti stanno funzionando.
CASTIGA BIG – Una carriera costellata di gol. Con una peculiarità: alle grandi Edin il terribile ha dimostrato di saper segnare con una certa puntualità. In Germania negli anni del Wolfsburg, tra il 2007 e il 2011, ha fatto 4 reti al Bayern e altrettante al Borussia Dortmund. In Inghilterra lo United è stata la sua vittima preferita nei derby di Manchester: lo ha trafitto 7 volte tra il 2011 e il 2015, le sue stagioni don i Citizens. Al Tottenham una rete in meno nel bilancio conclusivo (6), 3 al Liverpool e uno all’Arsenal. Ne- gli anni inglesi anche un gol al Real Madrid nel girone eliminatorio di Champions. Con la maglia della Roma ha segna-to due gol al Napoli e due alla Lazio negli altrettanti derby vinti della passata stagione. E poi l’Inter e la Juve oltre al Barcellona nel girone eliminatorio di Champions.
COMPLETO – Non è mai stato un attaccante e basta, un bomber d’area nudo e crudo. Nel suo campionario ci sono assist che presentano numeri improponibili in positivo per una punta con i suoi mezzi fisici: 35 assist nei suoi 4 anni in Bundesliga, 39 nei successivi 4 in Premier. Con la Roma tutto sommato è in media, in una stagione e mezza siamo a 11. Aspetta la Juve per tornare al gol, che gli è mancato negli ultimi sei punti conquistati dalla squadra nei big match contro Lazio e Milan. E l’appuntemento dello Stadium diventa particolarmente stimolante per l’uomo delle imprese impossibili. Un altro gol, in casa dei Campioni d’Italia, potrebbe caricarsi di significati speciali per la classifica della Roma. E per questa stagione in cui Edin Dzeko si sta prendendo con gli interessi quello che, anche in termini di affetto della gente, gli è mancato nella prima stagione giallorossa.