Si andrà anche oggi a sfiorare i trentamila, esattamente pochi giorni dopo Roma-Fiorentina. È l’effetto-Mou, l’onda emozionale che sta attraversando Roma grazie al carisma ed all’influenza di un allenatore come il portoghese. Ma è anche la voglia di continuare a vedere la Roma vincere, migliorare e avanzare. Perché la partita con il Trabzonspor è una di quelle da dentro o fuori, come l’ha definita all’andata lo stesso Mourinho. Ed è per questo che il portoghese non cambierà molto rispetto alle partite precedenti. Perché José sa benissimo che stasera non si può sbagliare, non si può correre il rischio di non andare avanti in una coppa in cui i giallorossi hanno l’obbligo di provare a sognare.
Del resto, la Roma è la testa di serie numero uno della competizione (90 il suo coefficiente Uefa, due punti sopra un Tottenham che rischia l’eliminazione e deve ribaltare lo 0-1 dell’andata in casa del Pacos de Ferreira). E vuole provare ad arrivare fino in fondo. Iniziando a centrare stasera la terza vittoria consecutiva, il che non sarebbe poi male. Adesso è tutto diverso. E Mou lo sa bene.
“Siamo noi che dobbiamo creare l’empatia giusta con il nostro modo di giocare. E se a volte non si potrà giocare bene, penso che i tifosi accetteranno anche una performance negativa. Ma ci sono alcune cose che non sono negoziabili e devono esserci sempre. Cose che i tifosi capiscono molto bene come l’interpretazione, l’atteggiamento, il modo di essere professionisti e di giocare per noi e per la gente. Il rapporto dipende da noi, è una nostra responsabilità. Loro daranno quello che ritengono sia giusto dare“.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese