Le manovre per la grande riforma del calcio europeo dal 2024 sono cominciate. E il primo punto di questa riforma potrebbe essere la nuova calendarizzazione dei tornei. Con l’ipotesi, secondo quanto ha rivelato la Bad, di spostamento dei match della Champions nel weekend e delle gare dei campionati nazionali, che dovrebbero anche ridurre i numeri delle loro squadre, in mezzo alla settimana. I criteri della scelta sarebbero soprattutto commerciali: gli orari di sabato e domenica attirano molti più spettatori di fronte alla tv anche in paesi lontani dove la differenza di fuso orario rende difficile seguire le partite europee (ad esempio in Cina, mercato che la Uefa intende conquistare, dove le gare iniziano quando sono le quattro del mattino). La formula della Champions sarebbe sempre a 32 squadre, ma con 4 gironi da otto per aumentare il numero di partite preliminari di ogni squadra (da sei a 14) e gli introiti.
Da Nyon, sede dell’Uefa, dicono che è ancora tutto prematuro e nessuna riforma è ancora disegnata. Di sicuro c’è il nuovo asse tra il presidente del massimo organismo continentale del calcio Aleksander Ceferin e quello dell’Eca (la confederazione dei club europei) Andrea Agnelli che a novembre avevano firmato una lettera di intenti per prolungare la cooperazione tra le due organizzazioni per altri sei anni. I punti principali di tale cooperazione riguardavano il potenziamento delle licenze dei club, le regole del Financial Fair Play finanziario, il futuro delle competizioni Uefa post 2020/21 e l’ammodernamento del sistema dei trasferimenti di calciatori. In pratica, niente più ipotesi – minacciata dai grandi club per anni – di una Superlega e avvio del tavolo a due per le riforme. In particolare della nuova Champions che, anche se entrerà in vigore fra sei anni, potrebbe essere approvata entro giugno 2019 dal comitato esecutivo dell’Uefa per poi venire commercializzata da settembre. Sul piede di guerra c’è già la Bundesliga, il massimo campionato tedesco, ma anche la Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori che ha definito “inaccettabile” il fatto che Uefa ed Eca si siano prese il monopolio delle riforme senza consultare loro né l’associazione delle leghe nazionali (l’Epfl). Pronto l’appello al presidente della Commissione europea Juncker. Secondo la Fifpro, il rischio che i campionati nazionali vengano sacrificati allo spettacolo globale, orchestato dalle tv per i grandi club. Il futuro, però, è già dietro l’angolo.