Idealmente, Roma e Fiorentina saranno unite da una missione che va oltre il campo: tifare per Mourinho. Non ci sono dubbi che – anche per quei motivi di blasone che trascendono quanto finora espresso dai Red Devils – sia proprio il Manchester United di Ibrahimovic l’avversario da schivare il più a lungo possibile nel cammino verso la finale . E lo United al momento deve guadagnarsi sia la qualificazione che il primo posto, impresa non proibitiva, affatto: contro il fanalino Zorya basta il pari, con una vittoria e l’aiuto del Feyenoord, invece, Mou si prenderebbe la vetta. L’altro girone apertissimo è quello L, dove ci sono Villarreal e Steaua Bucarest. Francamente, nessuna delle quattro squadre in corsa sarebbe un ostacolo insormontabile.
TESTE DI SERIE – Come prima, la Roma sa già di non poter pescare Ajax, Shakthar Donetsk, Schalke 04, lo Zenit, ex squadra di Luciano Spalletti, e lo Sparta Praga. Altri tre nomi verranno fuori stasera dai testa a testa per il primo posto tra formazioni già entrambe qualificate: Apoel e Olympiacos, Anderlecht e St. Etienne, Genk e Athletic Bilbao. Altre tre potenziali rivali verranno fuori da questi sprint negli ultimi novanta minuti della fase a gironi.
DALLA CHAMPIONS – A Copenaghen e Lione non è riuscito il miracolo di passare il turno in Champions e retrocedono in Europa League. Sono le due migliori terze e saranno teste di serie al sorteggio con Tottenham e Besiktas (per Spalletti un altro pericolo evitato, soprattutto sul piano logistico). Nella lista delle possibili rivali della Roma (e della Fiorentina, se passa come prima) finiscono invece le altre quattro “retrocesse”: Rostov, Borussia Mönchengladbach, Legia Varsavia e Ludogorets. Nulla di irresistibile.
CRITERI – Nessun incrocio tra club dello stesso Paese, nessun remake di sfide già andate in scena ai gironi. Ma dagli ottavi tana libera tutti: saranno possibili anche i derby. Roma e Fiorentina lo sanno molto bene: due anni fa, edizione 2014-15, si sfidarono proprio agli ottavi di finale. La spuntò la Viola che poi si spinse – come il Napoli – sino in semifinale, arrendendosi al Siviglia che poi avrebbe alzato ancora l’Europa League battendo il Dnipro (che negò la finale proprio agli azzurri)