Che cosa preferite, risparmiare per evitare multe o investire sperando nell’aumento dei ricavi in brevissimo tempo? I tifosi non avrebbero dubbi, però non è detto che nel calcio vinca chi spende di più. Roma e Inter, entrambe alle prese con la tagliola del fair play finanziario a novembre saranno chiamate dalla Uefa alla resa dei conti, presentandosi a Nyon con una strategia quasi opposta, visto che la società milanese – approfittando del cambio di proprietà – ha subito speso in modo massiccio.
PRUDENZA ROMA Il presidente Pallotta ha provato a rispettare il piano di rientro concordato, ridimensionando calciomercato e monte ingaggi, con l’uscita dalla Champions che inciderà sul bilancio al 30 giugno 2017. Comunque, grazie all’ultima partecipazione europea e alle plusvalenze portate a casa dal dimissionario d.s. Sabatini, il fatturato 2015-16 si chiuderà a circa 214 milioni (record storico del club) e le perdite si sono ridotte da 38 a meno di 15 milioni. Perciò il deficit del biennio 2014-16 sarebbe di poco più di 52 milioni contro i 30 imposti dall’Uefa, ma a questa cifra vanno tolti gli investimenti «virtuosi» come quelli per il settore giovanile e lo stadio. Che il percorso comunque sia benedetto dalla Uefa lo dimostra il fatto che le è stato consentito di far tornare la lista per le Coppe a 25 giocatori, poi rimasti a 22 per mancanza di calciatori cresciuti nel nostro Paese.
AZZARDO INTER Per contro Suning non solo ha trattenuto i big, ma pure investito parecchio su Joao Mario e Gabigol. Centrato grazie ai tagli di Thohir il -30 milioni nell’ultimo bilancio (sempre grazie ai costi che l’Uefa permette di scorporare, il vero passivo sarà sui 60 milioni), la vera missione sarà il pareggio nel prossimo esercizio, che si chiude il prossimo giugno. Il piano è legato all’aumento dei ricavi tramite le sinergie del gruppo – nuovi sponsor e merchandising con l’e-commerce – e alla cessione (magari anche allo stesso Jiangsu, altra squadra degli Zhang) a gennaio di alcuni giocatori.