Al Delle Alpi, ora Juventus Stadium, la palla viaggia ad alta quota. Non solo per la classifica, ma anche perché la Roma affronta per la prima volta i colossi con i colossi. Forse non è ancora una partita alla pari sul piano tecnico ma sul piano fisico sì: Spalletti sta addestrando la squadra a competere con i modi ruvidi oltre che con le carezze, ottenendo spesso risultati efficienti a costo di qualche sbavatura estetica.
LA GUIDA – Il simbolo di questa evoluzione è Federico Fazio, il più alto calciatore di movimento della Serie A insieme con Koulibaly (Napoli) e Ranocchia (Inter). E’ alto 1.95 e può saltare sopra a Mandzukic (1.90) e ancora di più sopra a Higuain (1.85), provando nel frattempo a infastidire la Juve in attacco attraverso le palle inattive. Definito «il difensore perfetto» da Spalletti, Fazio è stato la più lieta sorpresa venuta dal mercato estivo: ingaggiato con la prospettiva di fare il quinto centrale difensivo, ha finito per giocare più di tutti per merito della propria affidabilità e per le difficoltà dei compagni di reparto: in ordine di presenze anzi è il terzo giocatore della rosa dietro a Szczesny e Manolas. L’assenza di Vermaelen, che doveva essere il fulcro della difesa, non si è ancora mai avvertita.
GRINTA – E a proposito: Szczesny si arrampica con il ciuffo fino a 1.96, Manolas è una colonna greca di 1.89 mentre Rüdiger, ormai stabilmente dirottato sul fianco destro, potrebbe serenamente giocare da guardia a basket, sport che Fazio ha praticato in giovane età in Argentina, dall’alto del suo metro e 91. Un condensato di atletismo e grinta rafforzerà, rispetto a tutte le altre sei gite perdenti allo Stadium, le ambizioni della Roma.
CARICA – I muscoli non mancano anche a centrocampo dove il piccoletto Nainggolan (1.74) è abituato a spadroneggiare nei contrasti. C’è Kevin Strootman, che l’ultima volta litigò con i tifosi juventini in tribuna, e c’è Daniele De Rossi, alla ricerca del primo gol in questo campionato: una cerniera piuttosto robusta davanti ai difensori.
ASSALTO – E davanti ovviamente le attenzioni verranno polarizzate su Edin Dzeko, 192 centimetri e 17 gol stagionali con la Roma. Accostato più volte alla Juventus, si oppone a petto in fuori con l’altro numero 9 Higuain grazie al bottino di una carriera intera: 260 gol Dzeko, 270 Higuain. Ma il suo incrocio speciale, dal punto di vista emotivo, è con Mario Mandzukic, altro centravanti over 190 (centimetri), coetaneo e compagno di squadra nel Wolfsburg tra l’agosto del 2010 e il gennaio 2011. Mandzukic era appena arrivato dalla Dinamo Zagabria, Dzeko di lì a poco si sarebbe trasferito al Manchester City. Si sono praticamente passati il testimone: in quei mesi Dzeko segnò 10 gol e Mandzukic nessuno. Ma dopo la partenza di Dzeko, lo juventino infilò una serie di 8 reti nelle ultime giornate. In quel Wolfsburg tra l’altro c’era anche Andrea Barzagli, che con Dzeko ha giocato per tre stagioni vincendo il campionato 2008/09.