(…) Felix ha confermato ciò che si intuiva. Una vitalità debordante gestita con una lucidità che non ti aspetti. La grinta mescolata all’entusiasmo. Ma anche una specie di profondo, remoto controllo che gli impedisce di muoversi a vanvera, come spesso capita agli inesperti di piccola taglia, agli anagraficamente freschi.
Pochi minuti per cambiare una partita che sembrava destinata a finire là, dove la Roma va a sbattere nel 90% dei casi, nel luogo in cui, per storia, cultura, emotività, prosperano i rimpianti. Invece stavolta no. Il Genoa si inchina, o meglio si sdraia ai piedi di Felix, futuri proprietari di due Balenciaga. La prima rete sembra facile ma non lo è, la seconda sembra un capolavoro e lo è. (…)
Una di quelle conclusioni che non lasciano adito a discussioni: c’è l’istinto e c’è anche la qualità per farlo fruttare. Due cose, una sola non basterebbe. Sono quelle traiettorie che, da un ramo all’altro della storia del calcio, abbiamo attribuito a vari campioni, il primo che viene in mente è Del Piero. Ora c’è anche Felix, il 2003 vestito come un paino.
FONTE: La Repubblica – E. Sisti