Un ultimatum. Data di scadenza il 17 maggio. I calciatori e la Lega Serie A, insieme alle altre leghe europee, per una volta fanno fronte comune. C’erano tutti a Londra, venerdì, per discutere di come il calendario internazionale stia soffocando i campionati nazionali e mettendo a rischio la salute dei calciatori.
Da qui, l’idea di un ultimatum. Per la prima volta, le leghe europee e il sindacato calciatori sono allineati contro la Fifa. Per dire: “Si gioca troppo, bisogna trovare una soluzione”. All’orizzonte, una stagione surreale, sovraccaricata da una Champions con più partite, la solita Nations League, il nuovo Mondiale per club 2025. E nemmeno un mese prima di ritornare in campo per l’inizio della stagione successiva. Un’invasione di ogni spazio, di ogni momento dell’anno, senza curarsi della salute dei calciatori. La Fifa non ha mai risposto alle sollecitazioni di FifPro, il sindacato dei calciatori, e delle leghe, che chiedevano quantomeno di essere ammesse al tavolo di decisione sull’introduzione di nuove competizioni. Che negli ultimi anni si sono moltiplicate, mentre i campionati hanno la stessa formula e lo stesso numero di partite da 20 anni.
Per questo si è arrivati allo strappo. La Serie A, rappresentata dall’ad De Siervo, dal presidente casini e dal capo delle competizioni Butti, ha condiviso la linea oltranzista dei calciatori. Che dà un ultimatum alla Fifa: ha tempo fino al congresso del 17 maggio, per dare una risposta sul tema dei calendari sovraccarichi. Poi, sarà il momento di un intervento concreto da parte dei calciatori. E non si esclude che possano arrivare azioni di tipo legale. “Non escludiamo nulla”, dice Maheta Molango, leader della Professional Footballers Association, il sindacato dei calciatori inglesi. “Uno studio che abbiamo condotto dimostra che Rashford dello United ha già giocato il doppio delle partite rispetto a quelle di Beckham alla sua età”. Abbastanza per rendere l’idea di quanto si sia intensificato il ritmo delle partite per i calciatori. E nel mirino della protesta c’è anche la Uefa.
L’unione con le leghe è singolare ma facilmente spiegabile: nella corsa all’oro – leggi i contratti con le tv e gli sponsor – i campionati nazionali rischiano di subire un colpo duro: la guerra tra Fifa e Uefa ad accaparrarsi sempre più date, senza un intervento deciso, finirebbe per fagocitare proprio i tornei locali. Spostando il calcio fuori dai confini nazionali. Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione italiana calciatori, spiega la posizione del movimento italiano: “Bisogna ridurre le partite: aspettiamo il congresso della Fifa, poi faremo qualcosa di concreto. Siamo tutti compatti, sindacati calciatori e leghe, sappiamo cosa vogliamo ottenere. E certamente non staremo a guardare”.
FONTE: La Repubblica – M. Pinci