Un nuovo leader della difesa. In silenzio e senza tanti proclami Chris Smalling ha conquistato la fiducia di Fonseca, che ha deciso di mandarlo subito in campo contro Atalanta e Lecce una volta smaltito l’infortunio all’adduttore, uno stop che gli aveva impedito di debuttare con il Sassuolo dopo due settimane di intenso lavoro nella prima sosta delle nazionali.
Il centrale inglese, arrivato in prestito secco per un anno in cambio di 3 milioni di euro, ha risposto presente alla chiamata del tecnico portoghese, fornendo due prestazioni di livello nei primi 180 minuti in giallorosso: così come era successo nel ko contro gli uomini di Gasperini, l’ex Manchester United è stato uno dei migliori in campo nell’affrontare il reparto composto da Babacar e Falco, spiccando per l’eleganza di qualche intervento in scivolata andato a buon fine senza commettere fallo.
Il maggior merito di Smalling è stato quello di riuscire a rimanere concentrato per tutta la partita, senza cadere in sbavature evidenti e aiutando la squadra in fase d’impostazione, cercando spesso il passaggio verticale a saltare il pressing asfissiante degli avversari: «Nel primo tempo – ha detto il ventinovenne al termine del match – eravamo troppo lenti. Nella ripresa si sono aperti spazi, siamo cresciuti e abbiamo creato molto, dovremo giocare così tutte le partite. Potevamo fare altri gol, e, nonostante il rigore sbagliato che ha dato coraggio al Lecce, la squadra ha mostrato carattere e giocato bene, non subendo il pareggio.
Non possiamo lasciare per strada punti, abbiamo progetti ambiziosi, sono stati tre punti importanti. E fondamentale trovare affinità con i compagni della difesa e come mantenere la porta inviolata. Quante più partite riusciremo a non subire gol, tanti più campi potremo espugnare».
L’unico piccolo neo su cui Smalling deve migliorare è il tempismo negli inserimenti di testa sui calci da fermo a favore, dove ha avuto tre occasioni non sfruttate al meglio tra ieri e mercoledì. Trovato un pilastro del reparto difensivo – sono comunque attesi ulteriori test più probanti – a Fonseca toccherà il compito di scegliere l’altro centrale da affiancare a Smalling, visto che nelle prime due uscite si sono alternati Fazio e Mancini. Con il Lecce il difensore di Pontedera non ha affatto sfigurato tranne per un paio di piccole amnesie, che non hanno messo in pericolo la porta difesa da Pau Lopez, al primo «clean sheet» stagionale in campionato (fin qui l’unica partita senza reti al passivo era stata quella di Europa League con l’Istanbul Basaksehir).
Nella testa di Fonseca – comunque contento quando si presentano «problemi» di questo tipo – probabilmente il dubbio tra i due possibili compagni di Smalling (Juan Jesus sembra ora più indietro) non è stato ancora sciolto: Fazio è un giocatore fatto e finito ed è più che chiaro il rendimento che può fornire, mentre da Mancini ci si aspetta ancora il salto di qualità definitivo nell’attesa che i concetti della difesa a quattro e di una marcatura differente rispetto ai tempi dell’Atalanta vengano assimilati. I match con Wolfsberger e Cagliari daranno delle prime indicazioni, con Fonseca che si augura un notevole passo avanti dopo i nove gol subiti in sette partite.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora