Un urlo di liberazione. Il suo e quello dello stadio Olimpico. Patrik Schick si gode finalmente un pomeriggio di gloria: maglia da titolare e gol decisivo contro la Sampdoria, la sua ex squadra che sembra davvero portargli fortuna. «Sono felice di aver fatto gol e esser riuscito ad aiutare la squadra — l’emozione dell’attaccante — la rete mi ha aiutato mentalmente, però si vede che devo lavorare e poi sono sicuro che le occasioni arriveranno. Abbiamo vinto 4-1, giocando una bella partita.
Dobbiamo trovare continuità».
Schick è stato applaudito tanto dallo stadio, anche al momento del cambio, quando stanco e nel pieno dei crampi, ha lasciato il campo per Dzeko, suo amico e competitor per una maglia da centravanti. «Sento che mi manca ancora un po’ di condizione fisica — spiega Patrik — devo accumulare minuti per riuscire a fare tutta la partita. Il gol mi è mancato molto, certo, ma sono convinto che sbloccarmi mi aiuterà a ritrovare le mie qualità. Adesso c’è la sosta del campionato, alla ripresa dovremo riuscire a trovare continuità».
E prima della partita era stato Monchi a rinnovare fiducia all’attaccante che ha addosso il peso dei 42 milioni spesi dalla Roma per portarlo nella capitale. «Le voci di un suo prestito mi fanno sorridere — ammette il ds spagnolo — non è sotto prova il ragazzo, deve giocare come gli altri 10 senza una particolare attenzione». Di Francesco ammette che si aspetta di più da Schick.
«Il suo costo può essere un peso per lui, ma c’è un tempo per tutto e lui deve lavorare, perché si vede che gli manca qualcosina. Questo gol gli darà sicurezze e forza. Ha capacità importanti, per me può fare tutti i ruoli in attacco e sono felicissimo per lui, lo stavo aspettando». Il tecnico giallorosso analizza poi la vittoria. «La squadra sta crescendo anche a livello di testa e stanno ritornando tanti giocatori come Cristante, che è in crescita. Se abbiamo solo 19 punti in classifica significa che li abbiamo meritati, ma siamo in tempo per rifarci. Abbiamo trovato gli equilibri a centrocampo, stanno migliorando anche i giovani, sto cercando di non metterli tutti insieme per dare equilibrio alla squadra».
Mentre Cristian, il figlio tredicenne di Totti che gioca nelle giovanili della Roma, era a bordocampo a fare il raccattapalle per la prima volta, Juan Jesus si gode il suo primo gol in giallorosso, a distanza di 5 anni dall’ultima volta che aveva segnato in serie A (era maggio 2013, con la maglia dell’Inter).
Ed El Shaarawy festeggia la doppietta, facendo autocritica.
«Devo trovare più convinzione e coraggio, devo trovare prima le prestazioni, poi i gol. Mi dispiace non esser stato convocato dalla nazionale, ne ho sempre fatto parte, ma per esser chiamato devo fare meglio io. Devo tenere il ritmo ed essere continuo».