Quel marpione di Thorsten Fink. Non gli bastava segnare due gol alla Roma con il Karlsruhe, giusto vent’anni fa in Coppa Uefa. Si è tolto pure lo sfizio di replicare da allenatore, con altri due gol stavolta prodotti dai suoi discepoli, la scena gioiosa di allora. Il 3-3 dell’Olimpico è stato un punto di orgoglio, per l’Austria Vienna, soprattutto per le modalità in cui è maturato, ma da queste parti i media austriaci non si fanno illusioni su un possibile bis al Prater. E anche lo stesso Fink, dietro alla chioma e alla barba bionda, vola basso. «L’ipotesi di vincere la partita esiste – spiega – ma dobbiamo essere onesti: la Roma è una squadra da Champions più che da Europa League, è la favorita del girone, a noi farebbe comodo anche un altro pareggio. Di sicuro i nostri calciatori sono molto felici di affrontarla e daranno il cento per cento per non sfigurare. Non parlerei di Davide contro Golia, nemmeno l’Austria Vienna è un piccolo club e si presenta alla partita con le giuste ambizioni». I colleghi viennesi gli domandano di un eventuale turnover in vista dell’impegno di sabato contro l’Altach: «Ma per carità. Semmai qualche cambio lo faremo in campionato».
ONORE – Di sicuro non resterà a guardare il capitano, Alexander Grunwald, una specie di bandiera del club. Cresciuto nell’Austria Vienna, ha giocato tre anni nel Neudtsadt ma poi è tornato a indossare i colori del cuore: «Da centrocampista sono fiero di poter sfidare campioni come Daniele De Rossi. Un po’ anzi ho paura di incontrarlo… Comunque ce la giocheremo per dare una soddisfazione ai nostri tifosi».
ATMOSFERA – Non è previsto il tutto esaurito al Prater perché, come racconta Miki Konsel, «i tifosi dell’Austria Vienna non sono calorosi come i colleghi del Rapid». Ma i 30.000 previsti (fino a ieri venduti 28.000 biglietti) rappresentano comunque il record stagionale del club. Anche senza Totti, rimasto a casa per infortunio, la Roma da queste parti è un’attrazione importante.