Se il discorso glielo avesse scritto l’ufficio stampa della Roma, non sarebbe uscito migliore. Ad Alessandro Florenzi è bastato essere semplicemente se stesso per parlare senza nemmeno una puntina di polemica. Titolare di una Nazionale mai così continua, scartato nella Roma nonostante la fascia da capitano. Un paradosso con pochi precedenti che avrebbe spinto tanti a un moto d’orgoglio.
E invece no, l’esterno di Vitinia, almeno in pubblico, sfoggia un garbo e una correttezza che nel calcio sono merce rara. In uno dei momenti più duri della sua vita da romanista Mancini lo ha confermato tra i punti fermi in Bosnia, la prestazione è stata positiva e alla fine del match Florenzi ha parlato così: «Non ho giocato per far cambiare idea a Fonseca – le parole del capitano a Sportmediaset – ma per Alessandro. Voglio dare il mio contributo alla Roma, spero che nel breve periodo possa riuscire a mettere in difficoltà il mister: ora sta facendo altre scelte che rispetto. Sono il capitano e devo dare l’esempio e metto la Roma davanti a me. Dobbiamo stare in silenzio e lavorare, perché se lo fa il capitano tutti lo seguono».
Un po’ per carattere, un po’ per esperienza, Florenzi mantiene il low profile perché sa quanto sia potenzialmente incendiario un caso che riguarda il capitano della Roma. In quanti, però, riuscirebbero a tenersi la rabbia dentro? I numeri sono impietosi: in tre mesi in giallorosso ha giocato 571 minuti di cui appena 18 nelle ultime sei gare, contro i 1178 dell’anno scorso allo stesso punto della stagione. Praticamente le metà. Da agosto ad oggi è rimasto una sola volta in campo per tutta la partita contro l’Atalanta: prima veniva sempre sostituito, ora neppure si alza dalla panchina.
Una scelta di Fonseca basata su questioni di natura tattica: il tecnico non lo vede più come terzino e gli preferisce altri in attacco. Certo, viene difficile non ricollegare questa bocciatura a quella già avviata durante l’ultimo mercato estivo da Petrachi. Parlando con l’agente di Florenzi, infatti, il diesse gli fece capire che avrebbe valutato offerte per cederlo. E nel frattempo ha portato a Trigoria Spinazzola e Zappacosta. Nel frattempo Alessandro è finito persino dietro Santon, che la Roma ha provato a vendere fino all’ultimo giorno disponibile, mentre Fonseca inizialmente sembrava essere conquistato dalla disponibilità del capitano salvo poi ricredersi.
Durante la sosta precedente il tecnico ha comunicato all’esterno la sua decisione. Il ragazzo ha ascoltato, capito e accettato, ha riparlato con Fonseca all’ennesima bocciatura ma neppure l’emergenza gli ha restituito spazio. Se da qui a gennaio la situazione resterà immutata, sarà inevitabile prendere almeno in considerazione un addio: il procuratore Lucci aspetta di parlare col club. Florenzi non vuole perdersi l’Europeo, ma Mancini lo ha rassicurato. Adesso la nuova missione è far cambiare idea a Fonseca e Petrachi. Senza polemiche.
FONTE: Il Tempo – A. Austini