Crac. Come temevano Alessandro Florenzi e i suoi compagni di squadra, come del resto temeva anche Spalletti, quando il giocatore, lasciando il campo in barella a Reggio Emilia, gli teneva la mano piangendo. Il gelido comunicato emesso dalla Roma ieri mattina all’alba non lasciava scampo a equivoci: «Rottura del legamento crociato anteriore sinistro». La risonanza magnetica l’ha fatta il dottor Dal Vescovo che lo ha accompagnato alle tre di notte a Villa Stuart, appena atterrato l’aereo proveniente da Parma. La prima valutazione fatta dal medico della Roma, pochi minuti dopo l’infortunio, purtroppo è stata disattesa. Florenzi è rimasto ricoverato in clinica e avrebbe voluto operarsi già ieri, per cominciare a pensare ad accorciare di un giorno il ritorno in campo. Il professor Pierpaolo Mariani lo opererà oggi. Ieri la sua agenda era pienissima di visite, trentadue, con molti pazienti che sono venuti appositamente a Roma. Rimandarli a casa non sarebbe stato possibile. Il protocollo dell’ortopedico romano prevede il passaggio dall’area medica a quella tecnica a novanta giorni dall’operazione. Dopo tre mesi spetta all’allenatore stabilire quando il giocatore ritrova la condizione atletica per tornare in campo. Di solito passa un altro mese. Florenzi già pensa di bruciare le tappe. Va di corsa, come fa sulla fascia. Ha già in testa un traguardo, quello di tornare in campo a cento giorni dall’intervento. Sarebbe un record tra i top player. Ci sono stati calciatori di seconda fascia operati da Mariani che sono rientrati a novanta giorni, ma tra i giocatori di serie A il record è dell’ex romanista Kharja, rientrato dopo 105 giorni. In linea di massima bisogna prevedere quattro mesi, vale a dire fine febbraio, per il ritorno in campo del giocatore. Florenzi vuole fare prima. Il professor Mariani proverà ad accontentarlo: «Ci sono tutte le condizioni per venire incontro al desiderio del ragazzo. L’ho trovato motivatissimo. Tornare a giocare dopo cento giorni è possibile».
LA FAMIGLIA – Ieri Alessandro aveva superato lo scoramento delle prime ore successive all’infortunio. Aveva dormito poco la notte, di ritorno dalla partita vinta contro il Sassuolo. Ha recuperato un po’ in mattinata, prima della visita della moglie Ilenia che con la piccola Penelope, nata a giugno, ha fatto compagnia al marito e lo ha rincuorato. Anche i genitori di Alessandro sono andati subito in clinica. E alle quattro di notte Daniele De Rossi è stato il primo dei compagni ad andare a Villa Stuart. Poi in tarda mattinata è stata la volta dei dirigenti Baldissoni e Gandini. Questa mattina ad assisterlo ci sarà anche Alessandro Lucci, il procuratore che lo segue da quando giocava nelle giovanili. Lui non ha dubbi: «E’ carico e motivato per vincere la sua ennesima sfida, è un guerriero nell’anima e brucerà le tappe tornando più forte e determinato di prima».
SOLIDARIETA’ – Ieri tutto il mondo del calcio ha inviato gli auguri al giocatore della Roma, non solo i compagni. Florenzi ha ringraziato su Facebook: «Grazie a tutti per il sostegno, siete tutti speciali e con l’aiuto di mia moglie, mia figlia, la mia famiglia e gli amici, questi giorni passeranno veloci come una discesa sulla fascia». Florenzi ha postato anche il testo di una canzone di Ligabue, la sua preferita. Il professor Mariani lo opererà questa mattina presto. La speranza è quella di rimetterlo in campo prima dei quattro mesi. La feroce forza di volontà di Florenzi aiuterà a raggiungere questo obiettivo. Il dottor Riccardo Del Vescovo è fiducioso: «L’ho lasciato molto “aggressivo” nei confronti dell’infortunio. Questo è il suo carattere, un professionista esemplare che sa affrontare gli incidenti di percorso. L’ho trovato volenteroso, ha già iniziato il countdown per il suo recupero. Non sono rimasto sorpreso dall’esito degli esami. A caldo si fanno alcune valutazioni che nell’immediato possono già fornire una manifestazione clinica evidente e inconfutabile. E anche in questi casi c’è necessità, ovviamente, di esami strumentali che rappresentano l’elemento principe e decisivo per avere un quadro completo».