A inizio stagione Fienga era stato chiaro, l’obiettivo della Roma era quello di «creare una squadra basata sui giovani talenti, aiutati a crescere da giocatori esperti, senza perdere di vista i nostri obiettivi». Giovani interessanti che sarebbero potuti crescere bene al fianco di senatori esperti, capaci di trascinare la squadra nel momento del bisogno. Così è stato per Paulo Fonseca, che ha costruito la proprio parte iniziale di stagione proprio su quella spina dorsale composta da Smalling in difesa, Mkhitaryan e Pedro alle spalle di Edin Dzeko.
Solo che poi le troppe partite ravvicinate, il Covid-19 e magari anche un po’ la carta d’identità hanno azzerato quanto di bello visto fino a questo momento. Smalling ha giocato solo 961 minuti in questa stagione, ed è stato fermato da numeri infortuni che non gli danno tregua. Pedro dopo una grande partenza, 3 gol in sei gare, si è spento anche a causa di due infortuni muscolari. Mkhitaryan, il migliore della squadra giallorossa fino a questo momento, non tornerà in campo fino a metà aprile.
Dzeko invece è stato fermato prima dal Covid, poi dalla lite con Fonseca e come se non bastasse da un infortunio. La speranza è che questi però possano rientrare il prima possibile, perché la Roma senza di loro soffre e rischia di non centrare il proprio obiettivo stagionale: la Champions League.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina