Basterà la “voglia di ambizione” di Fonseca? Di sicuro, stasera nella gelida Parma, servirà quella che dovrebbe essere una fisiologica fame di trofei per battere gli emiliani in gara secca, approdare ai quarti di Coppa Italia e vincere la prima gara del 2020 dopo i ko con Toro e Juve. La Roma, che non alza al cielo coppe dal 2009 e che insegue la ormai famigerata stella d’argento da oltre 10 anni, però avrà più di un problema di formazione. Oltre ai lungodegenti Zappacosta, Zaniolo, Mkhitaryan e Pastore dovrà fare a meno pure di Dzeko squalificato.
Al posto del bosniaco c’è Kalinic che non segna un gol in gara ufficiale esattamente dal 16 gennaio 2019 contro il Girona. E quindi un anno fa. Al suo fianco Under e Perotti sembrano scelte obbligate visto che Kluivert torna dopo 50 giorni di stop mentre Politano non è stato ancora convocato. A centrocampo Cristante è favorito su Veretout mentre in porta dovrebbe rivedersi Mirante.
Niente scuse, però. La Roma non può fallire la gara del Tardini (dove ha già perso in campionato per 2-0) che si giocherà alle 21,15 e col rischio quindi di uscire dal campo (in caso di rigori) dopo mezzanotte con una temperatura prevista di -2 gradi. “E’ una sfida importante che non possiamo sbagliare – ruggisce Fonseca -. La squadra non ha vinto con Juve e Torino ma abbiamo fatto buone prestazioni, giocando bene. Quando è così dobbiamo guardare al futuro con ottimismo. Questa è una competizione, la Coppa, che giochiamo con grande ambizione. Il Parma è una squadra fortissima, la migliore in contropiede e poi giocheremo in trasferta”.
Dove la Roma giocherebbe pure negli eventuali quarti del 22 gennaio contro la Juve. Un calendario discutibile che vedrebbe i giallorossi impegnati 24 ore dopo rispetto alla Lazio proprio nella settimana del derby. Discorsi futuribili. Ora c’è il Parma, e domenica il Genoa contro il quale Fonseca dovrà fare a meno pure di Kolarov e Florenzi in uno stato di emergenza continua che solo il mercato invernale può tamponare. Due mancate vittorie spingerebbero la Roma verso una nuova crisi.
FONTE: Leggo – F. Balzani