Se è vero che l’instabile squadra di Paulo Fonseca non ha mai (ancora) battuto una “big” del campionato, è certificato a prova di smentita che contro quelle che stanno dall’altra parte della classifica la Roma ha fatto il proprio dovere. 12 vittorie in 13 partite: non male, giusto? Unica eccezione il recente pareggio senza reti in casa del Benevento. Due punti buttati in malo modo.
Al di là della cronaca, però, c’è la storia del campionato. Che racconta che se tu batti (quasi) tutte le “piccole” e non vinci mai contro una “grande”, il rendimento dopo 25 giornate non ha davvero (più) nulla di casuale. Traduzione: se la squadra è al quinto posto, vuol dire che quello vale. Né più né meno. Aggiungendo, però, una cosa: la Roma è al quinto posto nonostante i soli 3 punti (tre pareggi) su 24 a disposizione conquistati contro le “big”.
Perché aver vinto 12 volte su 13 contro formazioni meno forti va considerato – e non solo paradossalmente – un pregio. Un pregio che a gioco lungo, però, nasconde, anzi diventa un limite per una squadra umorale, psicologicamente fragile, costretta spesso a fare i conti prima con se stessa e poi con gli avversari.
FONTE: La Repubblica – M. Ferretti