Paulo Fonseca si è preso definitivamente la Roma, e non era scontato. Non è un mistero infatti che a inizio stagione le perplessità sulla sua conferma attraversassero l’ambiente giallorosso come una lama, tant’è vero che la candidatura di Allegri era stata avanzata spesso in modo chiaro. Ma il «nuovo» Fonseca ha i tratti migliori del «vecchio» – la voglia di giocare calcio d’attacco, un grande equilibrio psicologico nella gestione del gruppo – ma innestati in un contesto diverso.
Il rinnovo del portoghese non sembra più argomento di dibattito, ma una realtà lievitata nei numeri. Il contratto del tecnico scade a giugno prossimo, ma c’è una clausola che prolunga automaticamente il rapporto col club giallorosso in caso di accesso alla Champions.
La sua arma in più in questo inizio è stato senza dubbio Mkhitaryan, 5 gol segnati nelle prime 8 presenze in Serie A, Se si pensa che nelle prime 30 presenze in A ha preso parte attiva in 23 segnature (14 gol e 9 assist) si capisce perché la Roma abbia già deciso di far scattare la clausola per il rinnovo di contratto. Nella sua evoluzione, il portoghese ha sposato anche la linea dei Friedkin, che vogliono far crescere di più i giovani. In questa chiave si spiega il turnover assai più spinto rispetto allo scorso anno.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini