(…) Ieri tornato di colpo in copertina per colpa di una foto come mamma l’ha fatto comparsa, suo malgrado, sul profilo Instagram del centrocampista che poi si è scusato accusando le abilità degli hacker. Chissenefrega ci viene da dire. Non altrettanto, invece, per quel che riguarda la trattativa col Sassuolo che sta andando avanti da settimane e in cui Pinto si sta scontrando con l’intransigenza economica del club emiliano che è partito da una valutazione del cartellino da 35 milioni.
Che, pur considerando il trenta per cento su cui può contare il club giallorosso vorrebbe dire venticinque. La Roma a queste cifre non ci pensa proprio, tanto è vero che a Carnevali, grande capo del Sassuolo, ha detto chiaro e tondo, «vendetelo pure e dateci i dieci milioni e mezzo che ci spettano». Sapendo, peraltro, che quella cifra per Frattesi non la paga nessuno.
E allora, grazie al lavoro del procuratore, Beppe Riso, si sta portando avanti una trattativa che possa ridimensionare di una decina di milioni la richiesta. E, in questo senso, qualcosa si sta muovendo, perché proprio l’entourage del giocatore ieri ha fatto sapere che la distanza tra le parti si è ridotta a sette milioni (probabilmente offerta da venti complessiva con un giocatore dentro, richiesta da ventisette).
La distanza rimane importante (basti pensare che con il Lille non si risce ancora a chiudere per Celik per una differenza di poco superiore al milione), ma un primo passo è stato fatto, sapendo anche di poter contare sulla complicità del giocatore che vuole tornare a Trigoria (sperando che gli hacker lo lascino tranquillo…). (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri