Nella sfilza di stop & go che accompagna, da anni, il progetto dello stadio a Tor di Valle, ieri è arrivata l’ennesima, doppia, frenata. Da una parte i tecnici del Campidoglio, che nella notte di martedì hanno inviato in Regione una nuova relazione per confermare che, almeno per il momento, non può essere rilasciata la «dichiarazione di conformità del progetto all’interesse pubblico». Dall’altra c’è proprio l’ente di via Colombo che, ricevute le nuove carte, ha deciso di prendere tempo per analizzare i documenti prima di far partire la conferenza dei servizi, che quindi slitterà. I dossier preparati dai Dipartimenti capitolini, accompagnati da una lettera riassuntiva, hanno fatto emergere nuove lacune sul progetto di James Pallotta e del costruttore Luca Parnasi. Soprattutto sul versante dei trasporti. Desta preoccupazione la biforcazione della linea B della metropolitana. I tecnici sottolineano quanto già evidenziato dall’Atac e dall’Agenzia per la mobilità, che in due relazioni separate hanno bocciato lo «sfiocco» della linea blu, perché comporterebbe una «riduzione dell’offerta con una flessione del 40% dell’attuale servizio». Un danno di proporzioni enormi per i pendolari, tanto che la relazione avverte che è a rischio «compromissione la regolarità del servizio, tale da coinvolgere 200-300mila utenti».
LA DELIBERA – Un ostacolo difficilmente aggirabile, considerato che la delibera approvata dall’Assemblea capitolina nel dicembre 2014 ha stabilito come condizione necessaria per dichiarare il pubblico interesse proprio il «potenziamento dell’offerta di trasporto su ferro a servizio dell’area di Tor di Valle e della città con frequenza di 16 treni/ora nelle fasce orarie di punta giornaliere, prioritariamente attraverso il prolungamento della Metro fino a Tor di Valle». L’alternativa sarebbe il potenziamento della Roma-Lido, ma proprio i tecnici del Comune, nei nuovi documenti trasmessi alla Regione, hanno chiesto chiarimenti sull’incremento delle corse della tratta per Ostia, «per non gravare sul traffico privato».
LE CARENZE – I Dipartimenti comunali hanno segnalato molte altre carenze: dai progetti per le barriere acustiche sulla Roma-Fiumicino, al piano di smaltimento dei rifiuti nei cantieri, dalle previsioni sui consumi energetici agli impianti di canalizzazione dell’acqua. E ancora: le aree per i parcheggi non sono considerate sufficienti, lacunosa anche la documentazione sulla viabilità per raggiungere l’impianto sportivo e il mega-complesso di negozi, uffici, alberghi e ristoranti che ci nascerebbe accanto (l’86% delle cubature totali, il vero core-business dell’operazione calcistico-immobiliare che potrebbe portare ai privati, secondo alcune stime, fino a 800 milioni di euro). Ecco perché il Comune non se l’è sentita di confermare subito la persistenza della «pubblica utilità» accordata in via preliminare dalla delibera di dicembre 2014, rinviando tutto alla conferenza dei servizi. E chiedendo alla Regione di chiedere ulteriori integrazioni ai privati. Regione che ha deciso di analizzare con tutta calma i nuovi documenti. Solo al termine di questo lavoro di vaglio potrà essere convocata la conferenza, con «tempi differiti», quindi. E in questa sede – ragionano i tecnici di via Colombo – sarà il Campidoglio a chiedere ai proponenti di provare a colmare le tante falle che ancora gravano sul progetto.