La torre di controllo dell’aeroporto di Houston, Texas, in un cassetto ha già il piano di volo programmato con meta finale Roma. Uno dei jet privati di Dan Friedkin, jettino da venticinque posti, è pronto al decollo. Questione di pochi giorni, poi l’imprenditore americano si metterà personalmente alla cloche per presentarsi da queste parti. Da proprietario della Roma.
Perché in queste ore si sta chiudendo il deal. Cioè l’affare che vedrà la Roma giallorossa salutare Pallotta (magari non tutti proprio con affetto) e dare il benvenuto a un nuovo sogno americano. È vero, sono già diverse settimane che la chiusura dell’affare è data per imminente, segnali che poi non sono stati confermati dai fatti. Ma solo per una questione di tempo. E in affari che valgono non meno di ottocento milioni di euro, la fretta può essere soltanto cattiva consigliera, meglio fare le cose per bene e poi brindare al successo dell’operazione.
Stavolta, però, sembra proprio che gli ultimi tasselli dell’operazione si stiano incastrando con la soddisfazione di chi vende e di chi compra. La notizia che induce all’ottimismo è che, da ieri, da più fonti, è filtrata l’indiscrezione, anzi qualcosa di più, che la due diligence si è praticamente conclusa. E, soprattutto, è filtrato che da questa complessa e pignola verifica dei documenti delle dodici società che compongono la galassia della nostra Roma, non sono emerse criticità di nessun tipo. Si può andare avanti. Per chiudere. Ovvero si è passati alla stesura dei contratti.
Un’altra operazione che richiederà un paio di settimane al massimo considerando che entrambe le parti li controlleranno riga per riga. Ma, per quello che ci risulta, non sono previsti intoppi in questa fase finale che è soprattutto burocratica. Una volta conclusa, si passerà alle firme sul preliminare d’acquisto per una cifra, per quello che si è saputo fin qui, che sfiorerà gli ottocento milioni di euro.
Da cui è sempre bene ricordare dovranno essare sottratti i circa ducentosettanta milioni di euro di debito consolidato della società giallorossa e i circa centotrenta milioni di aumento di capitale già deliberato (da 150 milioni, i restanti venti saranno a carico dei soci che vorranno sottoscrivere l’aumento di capitale). In pratica nelle tasche di Pallotta e soci entrerà una cifra intorno ai trecentocinquanta milioni con un guadagno, rispetto a quello che hanno speso, di poco superiore ai cento milioni di euro.
FONTE: Il Romanista – P. Torri