Il giorno della firma è arrivato: Dan Friedkin diventa il 24° presidente della storia della Roma. Il doppio yes del texano e di Pallotta è arrivato ieri con i grattacieli di New York sullo sfondo quando in Italia erano all’incirca le 20. James è atterrato nella Grande Mela per cedere il club con il quale ha chiuso 9 anni di esperienza con zero trofei, qualche gioia e tanta amarezza. Ad attenderlo Friedkin, negli uffici della Raptor sulla 14esima strada, con la penna in mano e la voglia di chiudere un affare rallentato negli ultimi giorni dal problema Coronavirus. L’ufficialità arriverà probabilmente oggi anche se sono da valutare le tempistiche legate alla Borsa. Ma di dubbi ormai non ce ne sono più.
OFFERTA – Venerdì erano stati scambiati tutti i contratti tra le parti dopo aver terminato la fase negoziale, da lunedì ogni giorno era buono per chiudere. Il giorno buono è stato ieri quando Friedkin, magnate della Toyota negli Usa con un patrimonio stimato sui 4,1 miliardi di dollari, ha firmato il contratto preliminare (signing) di acquisto della Roma con un’offerta vincolante vicina ai 700 milioni comprensiva del pagamento dei debiti per circa 260 milioni.
Dettagli e prime dichiarazioni arriveranno in queste ore anche con un lungo comunicato di 5 pagine che spiegherà tempistiche e modi di una trattativa iniziata lo scorso novembre. Anche perché per il passaggio di consegne definitivo bisognerà attendere i tempi tecnici (60 giorni) per l’ok dell’Antitrust e il lancio dell’Opa sulla quota di azioni disponibile per la negoziazione in Borsa. E Pallotta? Niente conferenza stampa d’addio, ma si attende il commiato che non sarà avaro di polemiche.
DIRIGENZA – Domenica Friedkin è atteso a Milano e poi a Roma per conoscere il resto della dirigenza e avviare il nuovo progetto americano giallorosso. Verrà formato un nuovo Cda, di cui farà parte il vice Marc Watts, e verrà promosso il figlio Ryan come vice presidente e figura di riferimento a Trigoria. Confermato il ceo Fienga, sarà ora caccia al dg con i nomi di Leonardo e Capello sul taccuino.Difficile un ritorno di Totti. Il futuro ds non dovrebbe essere Petrachi ma molto dipenderà dalla qualificazione in Champions.
STADIO E MERCATO – Il piano di investimento sul parco giocatori dipende molto dalla qualificazione nell’Europa che conta e dalla possibile deroga dell’Uefa relativa al fair play finanziario per le nuove proprietà. Ma non ci saranno spese folli nella prima finestra in cui si manterranno i big e si cercherà di contenere il monte stipendi. Senza perdere ovviamente di vista la questione stadio che sta vivendo ore febbrili grazie al pagamento dei debiti di Parnasi da parte del magnate ceco Vitek.
FONTE: Leggo – F. Balzani