È vero, parlano con il contagocce e quando lo fanno sono un po’ troppo burocratici. Esempio, il comunicato affidato al profilo ufficiale del Friedkin Group sulla partita di giovedì sera: “Congratulazioni per l’emozionante vittoria”. E non si buttano neppure in piscina tutti vestiti come Jim Pallotta. Però Dan e Ryan Friedkin, unendo i fatti ai loro silenzi, si sono presi il cuore dei tifosi romanisti.
Hanno comprato la società nella notte tra il 5 e il 6 agosto 2020, al termine di una trattativa iniziata nell’autunno 2019 e sospesa all’inizio della primavera 2020. Ed è sempre meglio tacere che parlare di “fucking idiots”. I Friedkin non hanno cambiato tutto e subito, ma in 21 mesi hanno completato il turnover della “squadra invisibile” dei dirigenti.
Hanno accettato la scommessa di sfidare la pandemia. Hanno fatto firmare un triennale a Mou, quando in tanti davano per fatto l’accordo con Sarri. Hanno impostato un lavoro con la Uefa per trovare un nuovo settlement agreement per rientrare nelle condizioni del nuovo Fair Play Finanziario.
Hanno portato – anche e soprattutto grazie all’effetto-Mou – un milione di spettatori allo stadio Olimpico. Hanno ridato alla Roma una finale europea. Hanno lavorato a stretto contatto con il Comune sul nuovo stadio di proprietà, sempre in silenzio, senza far uscire spifferi e indiscrezioni che semmai sono una caratteristica della nostra politica e non della loro “american way”. Prossimo obiettivo: la conquista della Conference League. Per i tifosi, un trofeo vale più di un piazzamento
FONTE: Il Corriere dello Sport – L. Valdiserri
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