Un errore che ha accelerato un processo iniziato già negli scorsi giorni. Nel loro prime mese da proprietari della Roma Dan e Ryan Friedkin, coadiuvati dai fedelissimi Marc Watts e Eric Williamson, hanno studiato ogni dettaglio della società giallorossa e quello di ottobre sarà un mese che vedrà profondi cambiamenti all’interno della struttura operativa del club. Il 3-0 a tavolino subito con il Verona non ha fatto altro che dare un’ulteriore spinta alla fase di rinnovamento: in una riunione andata in scena tra i vertici del Gruppo Friedkin ad inizio settimana è stato ammesso che probabilmente bisognava intervenire in maniera pesante immediatamente dopo la sottoscrizione del closing con Pallotta.
Fino all’assemblea degli azionisti convocata per il 29 settembre non ci saranno scossoni, ma dopo la nomina del nuovo consiglio d’amministrazione e l’approvazione del bilancio 2019/20 – la perdita sarà da record – partirà effettivamente il nuovo corso giallorosso. Tra Trigoria e gli uffici dell’Eur quasi nessuno può considerarsi al sicuro di restare al proprio posto, sia per quanto riguarda le persone coinvolte nell’area sportiva e sia per le varie figure che si occupano quotidianamente delle vicende extra-campo. I primi addii sono quelli del segretario sportivo Longo, le cui dimissioni per il caso Diawara sono state accettate dal Ceo Fienga, e del vicepresidente Baldissoni, che lascerà la Roma e non si occuperà più del progetto di Tor di Valle, che rappresenta una priorità del gruppo texano.
Da capire quello che sarà il destino dell’ad Fienga, mentre sono in bilico le posizioni del global sport officer Zubiria, dell’allenatore Fonseca (Allegri e Sarri sono alla finestra), del direttore sportivo De Sanctis (gli era stato chiesto di restare e di non accettare l’offerta da dg dell’Ascoli) e del team manager Gombar, tra i responsabili del pasticcio fatto con le liste, a cui nessuno è riuscito a mettere una pezza
Il primo obiettivo dei Friedkin – che ancora non hanno avuto modo di incontrare Totti – è quello di creare una struttura più compatta e armonica, con figure che siano in grado di collaborare e dialogare tra di loro. L’intenzione di affiancare a Ryan Friedkin un consigliere che conosca in maniera approfondita l’Italia e tutte le pieghe del calcio tricolore, andando poi a nominare un direttore sportivo dal profilo internazionale: il candidato numero uno è Rangnick, anche se ci sono stati alcuni contatti tra Paratici, in uscita dalla Juventus, e Fienga. In attesa di capire da chi saranno riempite le varie caselle destinate a svuotarsi verrà definita l’Opa ed entro la fine dell’anno sarà completato l’aumento di capitale.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora