È il momento di alzare il tiro. I Friedkin hanno promesso a Mourinho almeno due grandi colpi per migliorare la squadra e al tempo stesso si dedicano a tre operazioni finanziarie di primaria importanza per la crescita della Roma.
La prima è l’uscita ufficiale dalla Borsa, che comincia ufficialmente oggi con l’inizio dell’Opa per il rastrellamento delle azioni flottanti. La proprietà ha già fatto un appello ai piccoli soci, chiedendo loro di rinunciare alla loro quota affettiva di partecipazione, garantendo comunque un ruolo di “supertifosi” che godrebbero di agevolazioni varie in seno al club.
Ma anche se l’offerta non fosse sufficiente a superare il 95% – con gli ultimi acquisti i Friedkin sono arrivati a sfiorare il 90% – la procedura di delisting da Piazza Affari andrebbe avanti comunque con un piano B: la fusione tra la Roma e un’altra società della galassia Friedkin.
Vista l’imminente chiusura del bilancio che farà registrare un altro passivo pesante, i Friedkin studiano un nuovo aumento di capitale per riequilibrare i conti. Con la loro immissione di denaro, che procede regolarmente ogni mese, si stanno avvicinando sempre di più al miliardo di euro di investimento sulla Roma.
Proprio per questo, la proprietà punta all’innalzamento dei ricavi. I Friedkin vogliono accelerare sulla costruzione dello stadio. L’assessore della giunta Gualtieri, Alessandro Onorato, nei giorni scorsi ha assicurato che le novità fossero imminenti. Resta da capire che l’obiettivo sia davvero Pietralata.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida
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