Nei pensieri di Paulo Fonseca c’è solo l’imperativo di voltare pagina, di cercare di ripartire, come la Roma ha sempre fatto dopo altre sconfitte rovinose come quella del derby. Ma questa fa più male, perché è stata il primo scivolone casalingo dei Friedkin, che in tribuna non riuscivano a capire i motivi di un tracollo simile. Venerdì sera, dopo i tre gol della Lazio, al termine della partita, i proprietari americani sono rimasti nella saletta davanti allo spogliatoio. Scuri in volto, le mascherine non riuscivano a nascondere la loro delusione.
Davanti al monitor hanno voluto rivedere gli errori della Roma. Con loro Fienga, Tiago Pinto, Zubiria, il fedelissimo Jumà Qaddourah, che poi si è spostato in un’altra sala. Dan e Ryan chiedevano spiegazioni, evidenziavano responsabilità e giustificazioni. Per loro è stato un duro colpo e devono rivedere i loro programmi per il futuro. Alcuni dei loro più stretti collaboratori temono che non si possa portare avanti un progetto vincente con Fonseca. Perché i Friedkin sono venuti a Roma per vincere. Sono pronti a porre le condizioni perché la Roma entro tre anni possa conquistare un trofeo: già dalla prossima sessione di mercato saranno messi in preventivo ingenti investimenti.
Fonseca ha solo l’obiettivo di ripartire. Ci sono altre tre partite all’Olimpico (due volte con lo Spezia, poi il Verona) prima della Juventus. In questo anno e mezzo ha messo in evidenza i suoi pregi e difetti, ora dovrà recuperare la fiducia della proprietà, la sua conferma non è così sicura nemmeno con la qualificazione in Champions, che renderebbe automatico il rinnovo del contratto. Nessuno alla Roma ha preso in considerazione un cambio in corsa, non solo per motivi economici.
onseca ha un ingaggio importante, anche se ha accettato di ridurselo per allenare la Roma. Salvo crolli inaspettati, che nessuno teme, perché la squadra ha sempre saputo reagire, dopo gli ormai non più rari capitomboli con le grandi. I giocatori finora hanno dimostrato di essere dalla sua parte, anche a settembre, quando una sconfitta contro la Juventus avrebbe potuto essere fatale, dopo che era stato fatto un sondaggio informale con un altro allenatore. All’interno dello spogliatoio emergono perplessità sulla possibilità di portare a termine un progetto vincente, ma in questo momento i giocatori sono pronti a dare il loro contributo per evitare la crisi, anche quelli più scettici. (…)
FONTE. Il Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo