Il Fattore S stavolta scivola addosso alla Roma senza danni. Se l’eliminazione dello scorso anno ad opera dello Spezia ancora brucia nel ricordo, stavolta i quarti di Coppa contro il Cesena (che ha eliminato il Sassuolo) sono centrati facilmente, perché i padroni di casa travolgono 4-0 la Sampdoria — piacevole solo per metà primo tempo ma troppo sterile davanti — grazie alla doppietta di Nainggolan (la prima in Italia) e alle reti di Dzeko ed El Shaarawy.
TURNOVER – La voglia giallorossa la racconta già la formazione titolare, con Spalletti che — pur rilanciando Alisson e regalando l’esordio a Mario Rui — schiera quasi tutti i grossi calibri, tranne Manolas e Strootman. Discorso diverso per Giampaolo, che ovviamente non ha a disposizione una rosa come quella romanista ma sceglie egualmente di tenere fuori Torreira, Skriniar, Pereira, Quagliarella e Schick, concedendo l’esordio al neo acquisto Bereszynski. Dal frullato, comunque, in partenza ne esce un po’ meglio la Samp, bene impostata su Cigarini davanti alla difesa per l’uscita di palla, mentre Djuricic e Linetty a turno sanno come avanzare per dialogare con gli esterni che salgono. Se si aggiunge che Budimir e Muriel accorciano bene a turno, non sorprende che proprio quest’ultimo, servito dal compagno, al 3’ colpisca il palo liberandosi di Fazio. Morale: quando la Roma prende campo, le veloci ripartenze doriane sono sempre interessanti, anche se le fiacche conclusioni non preoccupano Alisson. Il classico 3 e mezzo della Roma — stavolta virato più a 4 del solito — pare comunque in versione diesel e, se a sinistra Mario Rui paga un po’ la ruggine, a destra Bruno Peres sgomma, aiutando i giallorossi a salire e a creare quelle spaziature utili alle imbucate di De Rossi e Paredes per El Shaarawy, che si accentra da sinistra, e Dzeko. È proprio lo stesso Paredes che suona virtualmente la sveglia, perché al 25’ una sua gran traversa da fuori area su corta respinta doriana inaugura il «magic moment» giallorosso. Da lì alla fine del tempo, infatti, Puggioni sale in cattedra deviando tre tiri del Faraone e uno ancora di Paredes, ma nulla può al 40’ quando una maldestra respinta di Silvestre innesca uno straordinario destro al volo di Nainggolan la cui parabola si spegne in rete. È il vantaggio, che potrebbe essere subito raddoppiato se El Shaarawy — servito di tacco dal belga — dal dischetto non sciupasse l’occasione.
TORNA IL FARAONE – La virtuale doccia anticipata però è anticipata solo di poco, perché i giallorossi in 16 minuti chiudono il match. Basta che un errore in uscita dei doriani consegni la palla al Faraone e che quest’ultimo inneschi Dzeko, bravo a liberarsi sul filo del fuorigioco di Regini e segnare di sinistro il suo 19° gol stagionale. È il 3’, ma la furia Roma non si placa, perché al 10’ Dzeko colpisce il palo e sulla ribattuta Rüdiger costringe Puggioni alla parata. L’ultimo vero squillo la Samp lo regala al 13’, quando Budimir — liberato davanti ad Alisson — spreca al lato. Come un feroce contrappasso, sul ribaltamento di fronte Bereszynski sbaglia e lancia il Faraone solo davanti a Puggioni, battuto con un bel pallonetto. Minuto 16 e partita chiusa, anche se al 45’ Nainggolan infierirà segnando il poker su cross del subentrato Perotti. In mezzo poco più che accademia, nel cui novero segnaliamo un gol annullato al vivace Schick per fuorigioco millimetrico e una doppia respinta di Puggioni su capitan Totti, che entra per cercare di anabolizzare la sua leggenda. Ma forse non è la serata giusta per sciupare talento, visto che la derelitta Samp della ripresa fa soltanto da ancella ai giallorossi, che hanno subito solo 2 gol nelle ultime 8 gare e hanno segnato già 62 reti in stagione. Quanto basta alla Roma per volare ai quarti con una certezza: se la Lazio eliminerà l’Inter, fino all’eventuale finale i giallorossi avranno disputate tutte le partite solo all’Olimpico. Singolarità di una Coppa all’italiana.