Ottenere faticando, la Roma non conosce altro modo per guadagnarsi serate, punti e gioia. Deve dare (tanto) e sperare di ricevere. Resta un limite, ma c’è sempre un altro giorno per affrontarlo. Sa che deve risolvere il problema, è urgente, ma non è quella con il Como la notte giusta per discutere di quanto spreca, di quanto fatica sotto porta: il gol di Wesley al 16′ del secondo tempo rimanda il dibattito, il discorso è rinviato a data da destinarsi.
Perché Gasperini non ha vinto per grazia ricevuta, il successo è meritato, la sua squadra ha dominato sul piano fisico, ha riconquistato più palloni, ha controllato, ha rischiato poco e niente. E quando è successo c’è sempre Svilar su cui poter contare. E se non si subiscono grandi pericoli contro una squadra piena di talento e idee come il Como qualcosa vorrà pur dire. E’ stata una sfida tra i due specialisti del pressing alto, ma è stato più efficace e intenso quello di Gasperini che non ha consentito ai talenti del Como di avvicinarsi alla porta romanista.
Resta qualche discussione di troppo per il gol di Wesley segnato mentre c’era un avversario infortunato, ma la Roma ha continuato a giocare. Una rete che lascia la Roma al quarto posto, in attesa della sfida di sabato alla Juve di Spalletti: i giallorossi si rilanciano dopo i ko con Napoli e Cagliari, ma resta il problema del gol. Troppe potenziali occasioni con Soulé e Ferguson, la precisione sotto porta non è di questa squadra. Ma senza faticare, evidentemente, non c’è piacere.
FONTE: La Repubblica











