A Cremona la Roma non gioca solo per tre punti: gioca per restare aggrappata ai propri sogni. Quelli che Gasperini non nomina mai apertamente, ma che ormai attraversano ogni sua frase. «Quando dico che si è liberi di sognare, bisogna sognare», ripete. È il modo più prudente che conosce per parlare di una squadra prima in classifica e di un ambiente che sente, forse per la prima volta da anni, che la vetta non è un incidente di percorso. Non promette rivoluzioni. «L’ultimo che ha fatto miracoli è finito male», scherza. Però non vuole svegliarsi. E oggi alle 15, contro la Cremonese, chiede alla Roma di non farlo svegliare. Ma la sosta è un avversario vero. Le ultime due hanno sgonfiato la sua Roma contro Torino e Inter. «Non c’è niente di casuale», chiarisce il tecnico, che anche stavolta deve rammendare il suo undici. L’ultimo a fermarsi è Hermoso: «Non ci sarà, ha un fastidio».
L’opzione più concreta è quella di riproporre Ziolkowski, lasciando Celik come quarto di destra: «Se finora non hanno giocato, è perché chi sta davanti nelle gerarchie ha fatto qualcosa di straordinario». Angelino? «Ha ripreso a lavorare in modo individuale». Serve pazienza, ribadisce. In attacco il quadro è ancora più delicato. Dybala e Bailey aspettano il via libera definitivo, Dovbyk è ai box, e la scelta del riferimento offensivo resta in bilico. Ferguson spinge, ma Gasp frena: «Non sta benissimo, ha dolore quando calcia». Gli strascichi dell’infortunio alla caviglia pesano, e in generale «ha bisogno di tempo per ambientarsi». Per questo il tecnico non esclude di riproporre Baldanzi da falso nove come contro l’Udinese. «Ha la capacità di giocare in questo ruolo, ma gliene mancano altre», riconosce. Non una bocciatura, ma una valutazione tecnica, (…).
Tra loro c’è soprattutto Pisilli, ancora decisivo con l’Under 21. «Ha fatto un gol straordinario, è uno dei giovani più interessanti del panorama italiano», dice Gasperini. Perché allora non gioca? «Davanti a lui ci sono Koné, Cristante ed El Aynaoui». Le gerarchie sono chiare. Ma il tecnico lo considera una risorsa per il futuro immediato: «Il suo momento arriverà, soprattutto quando avremo un calendario più fitto». E quel momento si avvicina: El Aynaoui e Ndicka partiranno per la Coppa d’Africa (dal 21 dicembre al 18 gennaio), e Gasperini sa che il centrocampo dovrà essere riorganizzato. (…)
Con prudenza, perché i vincoli economici restano rigidi: «Questa è la realtà e non possiamo fare niente per modificarla». A Cremona, intanto, pensa solo a rimanere in testa, sapendo che il calendario non darà tregua. Le Nazionali, le soste, i forfait continui: «Prima i calciatori giocavano 30 partite, ora il doppio. Questo porta più infortuni». Eppure l’entusiasmo resta. «Essere primi dopo undici giornate qualcosa vorrà dire», sottolinea. Il bilancio vero arriverà solo dopo il girone d’andata. Fino ad allora, piedi a terra e testa tra le nuvole: «I sogni che si avverano sono rarissimi». Ma questa volta il sorriso lo tradisce. «Mal che vada, ci ricorderemo di questo sogno bellissimo».
FONTE: La Repubblica – M. Juric











