Tra i tanti buoni rapporti coltivati dall’intraprendente Luca Parnasi c’è pure l’amicizia con Giovanni Malagò, l’uomo al vertice dello sport italiano. Nelle carte dell’indagine sullo stadio della Roma c’è un intero capitolo sul rapporto con il presidente del Coni. Una “stretta relazione ”, alimentata da interessi comuni. “Parnasi – si legge –interessa Malagò per la questione Stadio della Roma e per l’embrionale progetto dello Stadio del Milan e questi si offre come tramite per interloquire con personaggi istituzionali ovvero con la dirigenza della squadra calcistica”. Non solo il progetto di Tor di Valle, quindi, ma pure il nuovo impianto che per i rossoneri raccoglierebbe l’eredità di San Siro. I due ne parlano al telefono. Malagò vanta un “rapporto eccezionale” con i dirigenti milanisti. E il costruttore si dice fiducioso: “I tempi si stanno accelerando molto, tenuto conto che Sala (il sindaco di Milano, ndr) vuole annunciare l’accor – do sugli stadi milanesi entro il mese di giugno”. Gli ambiti in cui il presidente del Coni può essere utile sono svariati. Malagò può consentirgli di arrivare anche a Luca Lotti, all’epoca ministro dello Sport: “Parnasi –si legge –riferisce a Mauro Baldissoni (direttore generale della Roma, ndr) che sta per incontrare Malagò, affinché questi gli faccia conoscere tale Luca, che dal contesto della conversazione potrebbe identificarsi nel ministro dello Sport Luca Lotti”. Baldissoni, per la verità, esprime i suoi dubbi sull’utilità di questa iniziativa.
DA PRESIDENTE del Coni Malagò si espone pubblicamente, senza reticenze, a favore dello stadio della Roma. Il Comitato Olimpico peraltro partecipa come consulente dell’Ammi – nistrazione statale alla conferenza dei servizi tramite uno dei suoi organi, il Cis (Comitato impianti sportivi). Il Cis, in sostanza, contribuisce alla formazione del parere positivo (con prescrizioni) da parte dello Stato sul progetto. Ma come ogni buona amicizia, anche quella tra Parnasi e Malagò è caratterizzata da atti di generosità in entrambe le direzioni. L’11 marzo 2018 i due s’incontrano al Circolo Canottieri Aniene. Malagò presenta a Parnasi tale Gregorio, fidanzato della figlia. Lo scopo, scrivono gli investigatori, è il seguente: “Trovare con l’imprenditore una possibile intesa professionale”. Cioè un lavoro per il ragazzo. Nella stessa conversazione Parnasi parla di “sbloccare Piazza d’Armi”, un passaggio legato allo stadio del Milan. Pochi giorni dopo, il 23 marzo, Gregorio viene effettivamente convocato nella sede di Eurnova per un colloquio di lavoro con l’imprenditore. La conversazione con Parnasi è cordiale e proficua, tanto che il costruttore lo presenta ai colleghi come “futuro collaboratore”. Si parla anche del fatto che l’uomo dovrebbe mantenere lo stesso “trattamento economico” del suo precedente impiego, quantificato in 4mila e 500 euro al mese.
Contattato dal Fatto, Malagò non ha voluto commentare queste circostanze. Il suo staff fa sapere che il presidente del Coni –che compare nell’elenco dei nominativi per i quali i pm avevano chiesto una proroga delle intercettazione telefoniche – “non è iscritto al registro degli indagati”.