È come quando si sta asedere in riva ad un lago. Bella giornata di sole, vento inesistente acqua senza onde. Un panorama idilliaco, soprattutto se si viene da giorni in cui il barometro aveva fatto segnare burrasca. Ecco, se si sposta l’obiettivo sulle questioni disciplinari, per quello che riguarda l’andamento della Roma in questa stagione, è sembrato che le tempeste fossero dietro le spalle. Il problema, però, è che l’acqua comincia a incresparsi e quindi il rischio di nuove bufere sta lievitando.
Partiamo da un dato. Nel campionato 2021-22 la squadra giallorossa aveva chiuso con 99 ammonizioni e 9 espulsioni (a cui aggiungere anche le 6 espulsioni e le 4 ammonizioni comminate allo staff tecnico). Come dire che solo il retrocesso Venezia era risultato più “cattivo”. Non basta. Sul piano delle sanzioni, addirittura Gianluca Mancini era risultato il più “duro” nei cinque campionati top europei. Adesso, invece, la situazione è totalmente opposta, visto che la Roma è penultima nell’elenco degli indisciplinati, preceduta solo dal Napoli capolista, che è evidentemente bravo e buono.
Basti pensare che, nelle prime undici giornate in campionato fin qui disputate, le ammonizioni sono scese da 36 a 18, le espulsioni da 2 a zero e i falli fatti da 153 a 127. C’è poi da considerare gli indicatori positivi, ovvero che i falli subiti sono passati da 141 a 161, i gialli “a favore” da 29 a 37 mentre i rossi “a favore” sono rimasti uguali.
Questa versione idilliaca, però, sta cominciando a incrinarsi col passare delle settimane. Fino alla sosta di ottobre, infatti, i giallorossi avevano un trend di sanzioni da educande: 7 partite di Serie A con 7 ammonizioni e zero espulsioni. I gialli salirebbero a 9 se considerassimo anche le prime due partite in Europa League. In ogni caso, in ben tre partite non è stata fatta registrare alcuna sanzione.
Da ottobre, però, le cose cambiano. Nelle ultime 6 gare disputate, fra campionato e Coppa, i gialli sono saliti a 14, mentre è arrivato il primo rosso, quello di Zaniolo all’Olimpico contro il Betis. Ma che il nervosismo salga lo dimostra anche il comportamento della panchina. In meno di un mese, infatti, sono già arrivate 3 ammonizioni e una espulsione.
Non è soltanto una questione risultati più o meno positivi. Probabilmente c’è altro. Una prima spiegazione può derivare dal fatto che il tasso di difficoltà delle partite in generale è in crescita, una seconda è che – giocando sempre gli stessi – aumenta il tasso di stanchezza dei calciatori e quindi la poca lucidità. a questo punto, come dice Mourinho, bisogna stringere i denti e provare a sopravvivere fino a gennaio, quando il ritorno in campo di Dybala e Wijnaldum darà all’allenatore portoghese la possibilità di fare maggiori rotazioni. Fino a quel momento, come diceva San Filippo Neri, state buoni se potete.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini