«Non me la aspettavo una Roma così deludente»: Giuseppe Giannini non si è mai nascosto dietro le parole e non lo fa neppure in questo momento di grandissima difficoltà della sua Roma. È in partenza per l’Australia dove andrà a fare uno stage per giovane calciatori dell’altro emisfero, ma continuerà a seguire la Roma sperando, al ritorno, di trovare una situazione molto diversa da quella attuale.
Roma troppo brutta per essere vera? «È brutta, le partite le abbiamo viste tutti, ma il problema, al momento, è che è pure vera».
Te lo aspettavi un inizio di stagione così deludente per non dire di peggio? «No, così no, anche se…».
Anche se? «Qualche presentimento che le cose non sarebbero andate bene, ce l’avevo. Lo tenevo per me, ma temevo che i risultati non sarebbero stati all’altezza delle attese».
Cosa non ti convinceva? «Una semplice considerazione da ex giocatore e Capitano della Roma. E cioè che per giocare con la maglia giallorossa, non è sufficiente essere bravi tecnicamente».
Che vuoi dire? «Roma è particolare. Per giocare qui bisogna avere carattere, rabbia, forza agonistica, la capacità di saper sopportare le pressioni. E la Roma uscita dal mercato non mi sembrava che che avesse la personalità per affrontare la stagione senza troppi problemi».
Colpa del mercato, allora? «Intendiamoci, in questi situazioni non ci sono innocenti. Tutti hanno sbagliato, in buona fede ci mancherebbe, ma qualcosa che non va mi pare evidente che ci sia. Un problema, per esempio, è che la squadra è un po’ troppo giovane».
Ma il ct Mancini dice che i giovani bisogna farli giocare… «Giusto, ma a Roma è più complesso farlo. Devono avere il diritto di sbagliare, qui non sempre te lo perdonano e allora bisogna avere le spalle larghe che, però, a venti anni non puoi avere».
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