(…) La Roma spiega le sue verità cominciando da 4 punti cardine: la dirigenza non cerca il facile consenso (sarebbero bastati i rinnovi di Totti e De Rossi), gli investimenti sono stati ingenti (anche se non tutti illuminati), la proprietà è pronta a ricapitalizzare (se lo riterrà opportuno), il nuovo stadio di proprietà è indispensabile per la competitività (altrimenti il rischio è quello di diventare un piccolo club in Europa). (…)
Il tutto, con circa 60 milioni in meno dovuti alla mancata partecipazione alla Champions, che però stavolta non è costata il sacrificio di uno dei due gioielli, individuati in Zaniolo e Under. Ribadita la correttezza nelle plusvalenze (reali e non fittizie), c’è la volontà di ribadire che, come tutti, ogni anno una cessione importante è da prevedere; più di una se il 4° posto rimanesse un miraggio. Detto questo, il mantra per il futuro sarà: giocatori da acquistare fino a 27 anni (e i più giovani da tenere almeno 24 mesi per valorizzarli), da prendere in prestito se esperti, con un monte ingaggi sostenibile, possibilmente cercando di non spendere più di 2,5-3 milioni più bonus. (…)
L’obiettivo virtuoso è non avere più spese che coprano il fatturato quasi al 100% e scendere al 75% raccomandato dalla Uefa, ma non sarà semplice. E qui lo stadio torna in ballo, con la Roma decisa ad accelerare «l’ultimo miglio» per Tor di Valle o prendere in considerazione Fiumicino per non perdere tutto l’investimento fatto finora, anche se Pallotta non parla di disimpegni. (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport