Francia-Italia, asse di ferro. Francia-Roma, per la precisione. Perché Grenier è il decimo giocatore sbarcato in Italia dalla Francia. Il primo? Vincent Candela, ormai romano d’adozione. Oggi però, perché quando arrivò nella capitale nel gennaio ’97, «fu uno choc», ha ammesso lui stesso. Pescato nel Guingamp dall’allora ds Perinetti, dopo qualche difficoltà con Zeman vince lo scudetto da titolare con Capello in panchina. Si ambienta bene dentro e fuori dal campo, impara prima il romano e poi l’italiano grazie a Di Biagio, Petruzzi e Totti. Lascia la capitale dopo otto anni, ma è solo un arrivederci: nel 2009 torna all’Olimpico per dare l’addio al calcio. Ha voluto farlo lì, a casa sua, perché «Roma e la Roma sono un punto fermo nel mio cuore». Nel 2000 ecco Jonathan Zebina, arrivato appena in tempo per vincere lo scudetto. Partito come gregario, a causa di un infortunio di Aldair si ritrova titolare nella difesa a 3 di Capello. E proprio Don Fabio se lo porta con sé (e con Emerson) nel 2004 alla Juventus. Alti e bassi in giallorosso, dove per tutti era “la gazzella”. Difficile (impossibile) dimenticarsi il 4-0 alla Juventus nel 2003. Marcatori da recitare come una filastrocca: Dacourt, Totti, Cassano, Cassano. Ecco, Dacourt: buon centrocampista, arrivato dal Leeds prima in prestito e poi riscattato dopo aver convinto Capello. La Roma lo soffia alla Juve nel gennaio 2003 e anche grazie a lui sfiora uno scudetto. Ma era solo questione di tempo, per Dacourt, che di scudetti ne vince due con la maglia dell’Inter.
L’arrivo di Philippe Mexes nel 2004 costa caro alla Roma: la Fifa blocca una sessione di mercato alla Roma, che deve anche versare 7 milioni di euro all’Auxerre come indennizzo per l’acquisto del giocatore, a causa di alcune controversie sul tesseramento del francese. I giallorossi lo studiavano e lo seguivano da tre anni, e quando affondano il colpo c’è anche lo United sul giocatore. Lui chi sceglie? La Roma. Preso per sostituire Samuel ceduto al Real, in area avversaria segna quasi come un bomber. Conquista il posto da titolare con Spalletti nel 2006, approfittando della partenza di Kuffour in Coppa d’Africa. Passa al Milan dopo 11 anni nella capitale. Nel 2008 a Roma arriva un mago: Houdini. O almeno così lo chiamano dalle parti di Trigoria. Jeremy Menez, all’anagrafe. Giocoliere innamorato del pallone, tanto talento ma una testa non calda, caldissima. “Il Cassano di Francia” è stato soprannominato da alcuni. Tre stagioni in giallorosso, poi il ritorno in Francia al Psg. C’è chi a Roma ha fatto una toccata e fuga, rimanendo una sola stagione: da Ludovic Giuly (2007-2008) a Lucas Digne e William Vainqueur (2015- 2016), passando per Mapou Yanga-Mbiwa (2014-2015), nel cuore dei tifosi giallorossi per un gol decisivo nel derby. Chissà se contro la Lazio segnerà anche Grenier. Altro francese in giallorosso. E siamo a dieci.