Ventuno gol in due, dodici Dzeko e nove Higuain. Un bel pezzo di Juve-Roma è racchiusa qui, nel faccia a faccia tra due dei centravanti totem del campionato. Il «riemergente» Dzeko e il «risalente» Higuain. Chi qualche tempo fa ironizzava sugli errori del bosniaco (l’amore è Dzeko, vicolo Dzeko) è stato servito con gli interessi. Chi dubitava dell’inserimento dell’argentino a Torino, e del suo peso forma, deve cominciare a ricredersi.
RAPINOSO – Quattro dei nove gol di Higuain in campionato possono definirsi «rapinosi», frutto del senso del Pipita per la rete. Parliamo dei centri contro Fiorentina (da rimpallo su tiro di Khedira), Cagliari (da respinta di Storari), Empoli (il secondo, su retropassaggio sbagliato di Zambelli), Napoli (altro pallone vagante). La spettacolare rovesciata contro il Sassuolo nasce da un’«alzata» un po’ occasionale di Khedira, il primo gol contro il Toro viene da un fortunoso assist di Mandzukic. Si può dire che sei delle nove reti il Pipita se le sia andate a cercare da solo speculando sull’imponderabilità. Più ragionate e pulite le tre rimanenti: il contropiede contro il Sassuolo, la percussione personale a Empoli, il gol prepotente nel derby sullo spiovente di Chiellini. Per inaridire Higuain serve concentrazione massima, guai a sottovalutare un qualunque momento o situazione di gioco. Non sappiamo con esattezza chi sarà stasera il partner dell’argentino, Mandzukic o Dybala, però il discorso resta lo stesso: applicazione doppia in marcatura, anticipi mentali prima ancora che tecnici. Sotto la mole da lottatore di sumo, dietro l’immagine da centravanti di sfondamento, Higuain nasconde una vena alla Pippo Inzaghi.
DESTRA – Sei delle dodici reti di Dzeko in campionato sono arrivate con assist dalla fascia destra, per lo più cross, alti o bassi che siano stati: due di Salah e uno a testa per Nainggolan, Bruno Peres, Florenzi e Perotti. Quattro per vie centrali: due fantastici palloni profondi di Totti, un filtrante di Salah e uno di Florenzi. Uno con assist da sinistra, di Perotti. Al conto va aggiunto un rigore. La mappatura degli Edin-gol suggerisce di fare molta attenzione alla fascia destra della Roma, la sinistra di chi difende. Stasera Alex Sandro e in parte Sturaro, gli uomini della catena mancina di Allegri, tengano le antenne dritte, anche se fino all’ultimo non sapranno chi si troveranno davanti allo Stadium: Perotti o il redivivo Salah? A dispetto della statura, un metro e 92, Dzeko ha segnato finora una sola rete di testa, a Napoli, su spiovente di Florenzi, rete agevolata dalla distrazione dei difensori di Sarri. Sui rifornimenti preferisce arrivare di piede, in prevalenza col destro (7 gol), sebbene col sinistro non sia male (4). Edin fa valere la fisicità, difficile spostarlo o contenerlo una volta che abbia preso posizione. Sopravvivere al Dzeko attuale rappresenta un bel certificato di garanzia e le ultime indiscrezioni da Vinovo parlano di una coppia centrale Benatia-Chiellini, con Rugani in panchina: meglio andare sull’esperienza.
CONCLUSIONI – La ricostruzione dei gol di Higuain e Dzeko sembra coerente coi profili delle due squadre. La Juve privilegia la fase difensiva e appena può fa valere virtù e forza dei suoi solisti. La Roma è squadra orchestrale, mostra ampiezza di vedute, appare più sognatrice e in certi giorni per contrappasso si scopre vulnerabile. Particolare significativo il fatto che Dzeko, oltre ai 12 gol, abbia servito due assist e che Higuain, alla stessa voce, risulti fermo a zero. Il collettivismo giallorosso contro il «risultatismo» bianconero. Un film già visto, stanotte allo Stadium l’ennesimo seguito. Higuain o Dzeko, voi da che parte state?