Come se si fossero dati un appuntamento all’aeroporto. Conta poco che gli aeroporti fossero diversi. Perché uno a Fiumicino, Tiago Pinto, i Friedkin a Ciampino, sono sbarcati ieri a Roma tra le tredici e le tredici e trenta, cosa che non deve essere stata soltanto una coincidenza.
Il nuovo general manager si è presentato con una bella mascherina romanista; Ryan indossando una felpa griffata New Balance che sa tanto, per la questione sponsor tecnico, di un anticipo di ufficialità (anche se la Roma ha tenuto a far sapere che la felpa, e non solo, è stato il regalo natalizio dell’azienda alla famiglia).
Altra coincidenza, la felicità di entrambi. Pinto «per essere qui» (e ci mancherebbe, la notizia sarebbe stata se avesse detto il contrario), Ryan «per la vittoria contro la Sampdoria» (vedi sopra).
Poi sia Pinto che i Friedkin, con macchina della società e autista, si sono dileguati per le rispettive destinazioni. Che, almeno ieri, non sono state nè Trigoria, nè tanto meno viale Tolstoj. I proprietari per quello che siamo riusciti a sapere si sarebbero diretti nella loro residenza romana (al centro), il dirigente portoghese in un albergo (in centro pure questo sembra).
Di sicuro possiamo dire che i tre non si sono incontrati di persona (lo faranno molto probabilmente oggi a Trigoria). Ma altrettanto sicuramente possiamo dire che i tre nel pomeriggio di ieri sono stati protagonisti di una prolungata call in cui hanno cominciato a lavorare al progetto della Roma del futuro. Ma non è che abbiano cominciato ieri, nel recente passato tra le parti i contatti sono stati quasi quotidiani.
Almeno tra Pinto e la famiglia Friedkin, come da contratto di riservatezza che il dirigente aveva firmato con il suo ormai ex Benfica. Contratto in cui si era messo nero su bianco che poteva rapportarsi solo con la proprietà della sua nuova squadra.
Crediamo di non andare troppo lontani dalla verità, dicendo che nella call di ieri, le parti abbiano affrontato un po’ tutti i temi d’attualità. Partendo ovviamente dal mercato, per finire alle strategie con cui Pinto intende, parole sue, proiettare la Roma nel futuro.
Di sicuro il primo argomento che si dovrà affrontare non potrà che essere quello del mercato che si è appena riaperto e in cui la Roma qualche desiderio, in entrata e in uscita, vorrebbe esaudirlo. Sapendo che il cash è quello che è (poco), ma anche che con un po’ di fantasia, coraggio e coincidenze gradite, qualcosa si potrà fare.
A patto di non fare il passo più lungo della gamba, gli obiettivi prioritari sono un attaccante che completi il reparto consentendo a Fonseca di avere una rotazione un po’ più ampia; e un esterno basso destro da mettere, per ora, alle spalle del rinato Karsdorp.
Il tutto sperando di cedere anche qualcuno dell’attuale rosa (Jesus, Fazio, Pastore, uno tra Santon e Bruno Peres, forse Carles Perez in prestito) in modo di non andare ad aumentare un monte ingaggi che già così preoccupa non poco.
Viste le priorità, c’è da dire che ieri Pinto (un caso?) è stato accolto anche dalla parole del procuratore di Bernard, Adriano Spadotto. Che al sito laroma24 ha confermato come tra le parti, in particolare con Fonseca, i contatti ci siano già stati: «Ho parlato più di una volta con Fonseca a proposito di Bernard. Esiste la possibilità di fare con l’Everton uno scambio con Olsen». Difficile essere più chiari. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri