Il vento è cambiato. E ormai non lo si capisce dalle piccole cose, ma da quelle grandi. A certificare che la Roma sia cresciuta non sono i 3 punti che la squadra di José Mourinho ha in più rispetto alla scorsa stagione, ma il fatto che tutto l’ambiente giallorosso sia diventato ormai un blocco granitico, capace di fare il tutto esaurito per le partite in casa contro Salernitana, Bodo e per la prossima contro il Bologna.
Fino al boom, cioè le trecentomila richieste di biglietto per il match di ritorno di Conference League contro il Leicester. Tutto questo quando il campionato ha sancito che le sei sfide contro le grandi – Inter, Milan e Juventus – hanno portato ai giallorossi zero punti, per via delle sei sconfitte in altrettante partite (più la settima in Coppa Italia contro l’Inter).
Merito ovviamente della presenza totemica dello Special One, che per i tifosi è una sorta di garanzia, ma sarebbe ingiusto dimenticare come la famiglia Friedkin stia garantendo le spalle protette al progetto triennale. Una cosa è chiara: dalla prossima stagione c’è da colmare il gap con le big del torneo, e senz’altro la proprietà americana non si tirerà indietro, come ha già dimostrato finora.
Finora i Friedkin hanno versato 548,8 milioni, compresi i 199 milioni di valutazione data al momento dell’acquisto del club. Se li volessimo dividere per i poco meno di ventuno mesi di guida della società, verrebbe fuori una spesa pari a circa 26 milioni al mese. Non è un caso che ad ottobre scorso si sia varato un aumento di capitale da 460 milioni da chiudersi entro dicembre 2022, ma che ormai, con i continui “rabbocchi” effettuati sta avviandosi al termine in anticipo, perché una parte era stata cominciata dall’ex presidente Pallotta.
Morale: come è stato già spiegato circa un mese fa ai vertici della Uefa a Nyon – presenti il vice presidente Ryan Friedkin e Brian Walker, braccio destro del presidente Dan – oltre ai tagli al monte ingaggi e alle cessioni, la proprietà è pronta a ricapitalizzare di nuovo la Roma nel 2023. La cifra precisa non è ancora possibile farla, ma tutto dipenderà da come si chiuderà il saldo del prossimo mercato.
Di sicuro, infatti, il bilancio al 30 giugno prossimo sarà ancora in sofferenza, con perdite non lontane dai duecento milioni. Tutto questo, quando già incombono i nuovi parametri Uefa, che in tre anni dovranno portare il monte ingaggi a massimo il 70% del fatturato, mentre ora si aggira intorno al 100%.
Eppure, nonostante tutto, la proprietà statunitense ha già in animo di dare a Mourinho i rinforzi che servono. Al portoghese, infatti, serve (almeno) un titolare per reparto. E così tornano in vetrina tre nomi, non i soli, che sono da tempo sul taccuino del general manager Tiago Pinto.
In difesa c’è quello di Marcos Senesi, 24 anni, difensore argentino del Feyenoord, mancino come vuole Mourinho. Con il contratto in scadenza nel 2023, si può prendere per una quindicina di milioni. In mediana, invece, l’affare è possibile, visto che viene seguito Xeka, 27, regista portoghese del Lilla, che a giugno sarà svincolato.
L’investimento più grande, però, forse sarà fatto in attacco. Nel mirino c’è Gonçalo Guedes, 25 anni, attaccante portoghese del Valencia che, nonostante abbia il contratto in scadenza nel 2023, chiede una quarantina di milioni. Il resto, poi, toccherà a Mou. Dovrà essere lui a far diventare Special una Roma che insegue le grandi.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini
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