Il giorno dopo l’addio al progetto di Tor di Valle, a Trigoria ne se parla con l’impressione di essersi liberati di un peso. In ogni caso, si riparte dalla certezza detta da Fonseca: «I Friedkin vogliono lo stadio». Più piccolo (circa 40.000 posti), ecosostenibile, nel perimetro del Piano Regolatore, in un quartiere popolato e infrastrutturato, utilizzando la legge sugli stadi e senza fare nient’altro. A Trigoria non si nascondono che Eurnova, proponente del progetto di Tor di Valle, potrebbe avviare un’azione legale nei confronti del club, ma non fanno drammi, anche perché i terreni sono pignorati per 1,2 milioni e nella lettera inviata al Comune la società espone diverse criticità.
In agenda un incontro fra la Roma e il Comune per venerdì. I Friedkin sono pronti a investire circa 400 milioni sul progetto, con questa tempistica: 2 anni per avere i permessi e altrettanti per costruire e si punta all’apertura nel 2026. I 5 Stelle hanno un dossier con 18 aree da valutare. Oltre a Tor Vergata, Ostiense e Fiumicino, occhio anche all’Eur e la zona di Via Palmiro Togliatti. Resta in piedi anche la questione Flaminio, anche se con uno scenario molto diverso. Si tratterebbe innanzitutto di una ristrutturazione che, a causa vincoli delle Soprintendenze, difficilmente potrebbe portare a uno stadio a «cinque stelle» Uefa. Non è escluso però che nella struttura possa approdare il museo della Roma, uno «store» e giocarvi la Primavera.
FONTE: La Gazzetta dello Sport