Se gli unici giocatori di movimento ad aver sfondato il muro dei 1.500 minuti sono loro, non è soltanto per la rosa corta. Roger Ibañez e Gianluca Mancini (in campo rispettivamente per 1.574′ e 1.530′ stagionali) rappresentano due garanzie per José Mourinho, che a loro due rinuncia poco e malvolentieri. Quella difesa così criticata, a volte perfino bistrattata, in realtà tanto male non dev’essere. Come spesso accade sono i numeri a dare il responso meno confutabile. E le cifre del campionato dicono che la Roma con i suoi cinque clean sheet è la seconda squadra nella speciale graduatoria.
Meglio ha fatto soltanto una delle due squadre in vetta alla classifica: il Napoli, che ha mantenuto otto volte la propria porta inviolata. Per il resto Rui Patricio mette in fila tutti gli altri portieri della Serie A, quanto a partite in cui non è stato costretto a raccogliere palloni in fondo alla propria rete: dietro di lui quelli di Milan e Juventus (a quota quattro insieme col Bologna), ancora più staccati i colleghi di Inter (tre) e Atalanta (due). Quello conseguito domenica scorsa a Genova è il secondo clean sheet da trasferta per gli uomini dello Special One, dopo quello di inizio stagione centrato nel 4-0 di Salerno. (…)
Restando focalizzati sulla sola Serie A, il dato che ne consegue è che quella romanista è la terza difesa meno battuta. Quindici reti subite – al pari delle più quotate Milan, Inter e Juventus – che non sono pochissime in assoluto dopo tredici giornate, ma pongono i giallorossi alle spalle ancora della squadra di Spalletti (soli 7 gol incassati) e del sorprendente Torino (13 gol), il cui reparto arretrato sarà testato nel prossimo turno proprio da Abraham e compagni.
A pesare sul passivo della Roma sono soprattutto tre delle cinque sconfitte, costate nove reti complessive, nel derby e con le due venete (tutte gare terminate 2-3). Eccettuata quella di Verona peraltro, partite indirizzate da evidentissime sviste arbitrali. Nelle altre dieci giornate, la difesa di Mou ha subito soli sei gol, contando anche i tre scontri diretti. (…)
FONTE: Il Romanista – F. Pastore