Cappello a falda larga, sorriso gentile, un velo di malinconia nello sguardo. Appare così Gigi Proietti, scomparso il 2 novembre, nella monumentale opera – si sviluppa su una superficie di 11 x 15 metri – realizzata da Lucamaleonte al Tufello. Il progetto, presentato da Regione Lazio, Ater, AS Roma, Fondazione Roma Cares e Fondazione Pastificio Cerere, è nato come risposta a una richiesta avanzata dagli abitanti del quartiere all’Ater.
Quando è nato il progetto?
“Ho ricevuto la commissione proprio il 2 novembre. Ho detto subito sì. Poter fare un omaggio al Maestro nella mia città è un grande onore, peraltro al Tufello sono cresciuto, abito a qualche centinaio di metri da quel muro. Un ulteriore motivo di orgoglio. Inoltre, sono di fede romanista e c’è anche la collaborazione della AS Roma Mi sono messo immediatamente a lavorare” dice Lucamaleonte intervistato da Valeria Arnaldi su Il Messaggero.
Non solo Proietti. Sui muri hai portato anche il ritratto di Francesco Totti, quanto conta Roma nel tuo lavoro?
“Vivo e lavoro a Roma. Ho eseguito opere in tutto il mondo. Essere invitato da Banksy ha segnato una svolta nel mio percorso. Eravamo trenta in tutto, come italiani solo Sten Lex, Orticanoodles ed io. Londra è stata fondamentale. Ho amato lavorare negli Usa e in Brasile. Ho realizzato opere in molti altri Paesi. Avere la certezza di tornare a Roma, però, per me è importante. Quelli di Proietti e Totti sono gli unici due ritratti che ho eseguito, e il legame, anche tra loro, è evidente. Si discostano dalla mia ricerca, abitualmente uso forme della natura, gli animali diventano quasi totem“.
FONTE: Il Messaggero