Fra il dare e l’avere c’è di mezzo un mare di conti da far tornare. È una regola che al termine delle sessioni di mercato vale per la Roma come per tutte le altre. Le trattative al tempo del fair play finanziario lo impongono. Ne sa qualcosa il Milan, che ha pagato dazio agli affari scriteriati delle ultime due estati con l’esclusione dalle coppe europee. La stessa Inter in mano al colosso finanziario Suning è stata eliminata dall’ultima edizione dell’Europa League per mano del non irresistibile Eintracht dopo aver subito limitazioni alla rosa dall’Uefa.
Due esempi vicini ma lontani dai giallorossi, che questa volta non potevano contare nemmeno sugli introiti derivanti dalla qualificazione in Champions e hanno dovuto fare di necessità virtù da un punto di vista strettamente economico. Ma soprattutto nei giorni finali le operazioni condotte da Petrachi si sono rivelate più che buone sul versante tecnico: Smalling, Kalinic e Mkhitaryan rappresentano tre colpi di livello internazionale. Tutti arrivati in prestito (il croato anche con diritto di riscatto), per un esborso complessivo di otto milioni, a tappare le falle ancora aperte in difesa e attacco. (…)
FONTE: Il Romanista