Si può essere cittadini del mondo e un po’ nazionalisti, poliglotti senza bisogno di confini eppure legati profondamente a una terra. Si chiama attaccamento e trova terreno fertile grazie a radici profonde. Mile Svilar, il numero uno della Roma, ha sempre avuto il Belgio nel proprio cuore, nonostante la nazionalità serba dei propri genitori. Il ragazzo nato ad Anversa ha giocato con i Diavoli Rossi dall’U15 all’U21, scalando le gerarchie delle nazionali giovanili, ora però risulta incastrato nei meandri del regolamento della Fifa. Al punto che il portiere migliore della Serie A non risulta avere una patria calcistica e anche durante questa sosta guarda le partite internazionali dal divano di casa.
Su spinta di papà Rakto, ex numero uno della Jugoslavia, nel 2021 Svilar rispose a una convocazione della Serbia debuttando nel secondo tempo di un’amichevole vinta 4-0 contro il Qatar. Ora si trova al centro di un vero contenzioso: le regole gli impedirebbero di passare da una nazionale all’altra, dal suo entourage però sostengono che sarebbe possibile in quanto l’esordio non si è materializzato in una gara ufficiale. Una recente modifica delle norme prevede il cambio entro le 3 presenze, a patto che il calciatore abbia meno di 21 anni e Svilar è sceso in campo quattro giorni dopo averne compiuti 22. Siamo dunque al limite e sulla questione, prima o poi, dovrà pronunciarsi in punta di diritto il giudice unico dello status dei calciatori del FIFA Football Tribunal, come avvenne nel 2023 nel caso di N’Dicka che scelse la Costa D’Avorio anziché la Francia.
Il ct Stojkovic è furioso con il ragazzo: “Gli ho dato l’opportunità di esordire con la Serbia mentre era nella squadra riserve del Benfica – ha detto a giugno – Alla Roma, era la riserva di Rui Patricio e ho continuato a chiamarlo. A un certo punto, ha detto che non dovevamo farlo. In seguito è arrivato il Belgio. Ha sbagliato strada, è colpa sua”. “Per questioni regolamentari ancora non possiamo utilizzarlo”, aggiunse l’ex ct del Belgio, Tedesco, sperando in una svolta. Ora la palla passa a Rudi Garcia, che nel frattempo si gode il talento infinito tra i pali di Courtois. La vera certezza nella vita di Mile resta la Roma, con la quale da poco ha rinnovato fino al 2030. “Se avessi potuto, avrei firmato un contratto anche più lungo”, ha raccontato di recente. In realtà, la trattativa non è stata tutta rose e fiori e l’intervento di Ranieri nelle nuove vesti da dirigente si è rivelato decisivo per sbloccarla. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota











