L’epopea dello stadio a Tor di Valle si chiude con una maxi-richiesta di risarcimento dell’amministrazione capitolina. Una causa nella causa in cui, oltre alle due società che nel corso di un iter lungo più di 7 anni hanno parlato (senza fortuna) con palazzo Senatorio per realizzare la nuovo impianto dei giallorossi, adesso entra anche la Roma. Già, perché il Comune chiede 331 milioni di euro di danni al club giallorosso oltre che ai suoi due ex partner, Euronova e Cpi.
Nel conteggio c’è di tutto: i soldi per la figuraccia internazionale incassata da Roma Capitale, quelli dovuti per i dirigenti e i funzionari che hanno lavorato a vuoto, le opere pubbliche che la città ha perso. Il controricorso firmato dall’avvocatura capitolina è stato depositato al Tar del Lazio lunedì ed è unj’accuse lungo 30 pagine. Ecco, allora, la conta dei danni. Il primo è quello d’immagine: la «rilevanza ultranazionale» assunta nel tempo dal progetto di Tor di Valle unita alla mancata realizzazione dell’opera valgono 32,7 milioni di euro secondo l’avvocatura capitolina.
La cifra è calcolata in base ai 23,8 milioni di risultati prodotti da Google immettendo la chiave di ricerca «lo stadio della Roma non si farà». Segue il danno per le ore perse dai dipendenti capitolini: quelle dei manager valgono dai 56 ai 63 euro, quelle dei funzionari 22 euro e quelle degli impiegati 11 euro. Il totale fa quasi 2 milioni di euro. Al capitolo opere pubbliche arriva la posta più pesante: il risarcimento sale di 276 milioni di euro in un sol colpo.
FONTE: La Repubblica