(…) Fino a oggi, tuttavia, l’Associazione non ha ufficializzato nulla a proposito di decurtazioni di stipendi, forse perché, è un pensiero maligno sia chiaro, Tommasi non ha riscontrato la necessaria maggioranza dei calciatori che, peraltro, in molti casi, noti e no, si stanno distinguendo con gesti di beneficenza assolutamente apprezzabili. Viste però le parole del presidente Gravina, che ovviamente ha il sostegno di tutte le società, c’è da credere che qualcosa in questo senso succederà. Modi e numeri dovranno essere verificati, non tenendo conto degli esempi che si stanno verificando in Europa, come i club francesi (il Lione lo ha già fatto) che appellandosi a una specifica legge dello stato, potranno ridurre gli stipendi del trenta per cento, percentuale ovviamente che sarà decurtata in base alle settimane-mesi in cui i calciatori non giocheranno perché vietato farlo dalla situazione. C’è il caso, poi, del Borussia Moenchengladbach dove i giocatori hanno deciso di autosospendersi lo stipendio, caso che ci sentiamo da escludere per il nostro calcio.
La Roma Proviamo a fare un po’ di conti per la nostra Roma. Supponendo che in base a un accordo che deve essere ancora trovato, le società possano garantirsi un risparmio sul trenta per cento degli stipendi dell’intera rosa, dove per intera rosa devono essere considerati staff tecnico e parco calciatori. Diamo alcuni numeri: nel 2016 la somma delle buste paga giallorosse, al lordo sommavano la cifra di 145 milioni di euro. Cifra che l’anno dopo era scesa a 129 milioni, per poi risalire a 141 nel 2018 e al record di 165 la stagione successiva (gli ultimi due anni sono stati quelli della gestione Monchi che tra gli input che aveva avuto dalla società c’era pure quello della riduzione del monte ingaggi, obiettivo che evidentemente non è stato centrato).
Quest’anno, secondo i dati ufficializzati dalla semestrale, il costo stipendi dei tesserati è stato di 84 milioni, basta fare per due per arrivare alla somma finale. Somma però in cui bisogna tener presente che sono conteggiati anche i premi visto che la società giallorossa è quotata in Borsa, premi che se poi non dovessero maturare, sarebbero decurtati in un secondo momento. Il rateo mensile, lordo, degli stipendi, è di circa 14 milioni. Se la decisione dovesse essere quella di decurtare del trenta per cento gli emolumenti, questo vorrebbe dire un risparmio mensile da 4,2 milioni. Se la decisione del trenta per cento in meno dovesse valere per tre mesi si arriverebbe a una cifra vicina ai tredici milioni. Cifra che sarebbe utilissima non solo per il bilancio della Roma, ma per quello di qualsiasi altra società del nostro calcio.
FONTE: Il Romanista – P. Torri
https://youtu.be/pzK8eyKYAF8