La sua rincorsa è cominciata in salita. Povero Solbakken, treccia bionda venuta dai fiordi. Si è squagliato al caldo di Trigoria guadagnandosi la vetrina per il primo infortunio muscolare della stagione. Lo staff medico della Roma lo sta curando in Portogallo, dove Mourinho ha comunque voluto portarlo, sperando che il problema alla coscia destra si risolva velocemente.
Ne avrebbe un gran bisogno Solbakken, che aveva pure cominciato benino la preparazione. In gol contro la Boreale, quando era stato l’unico giocatore di movimento escluso dalla formazione titolare, visto anche contro il Latina nei pochi minuti che le fibre gli hanno concesso, sembrava determinato a convince re l’allenatore che, dal proprio punto di vista, stava valutando se sostituirlo con un’altra punta agile.
Aveva rinunciato anche alla settimana di vacanza supplementare che gli spettava in quanto nazionale norvegese, pur di recuperare il tempo perduto: arrivato alla Roma a gennaio, dopo un periodo di riposo forzato al Bodo Glimt, preferiva assimilare più velocemente la condizione atletica per dimostrare il suo valore. Ma Ola, che in spagnolo significa onda, si è andato a infrangere contro uno stop indesiderato che ne complica il percorso.
Il suo futuro rimane incerto e dipende essenzialmente dalle offerte: ingaggiato a parametro zero rappresenta comunque una potenziale plusvalenza che Tiago Pinto intende valutare. Ma Solhakken vorrebbe rimanere a Roma, dove ha cominciato ad ambientarsi con la fidanzata e dove sta apprezzando piano piano le attenzioni che vengono riservate ai calciatori. I suoi primi mesi italiani non sono stati memorabili anche se quel gol alla prima partita da titolare contro il Verona è stato bello e determinante per la vittoria.
Solbakken non si è più ripetuto in campionato due gli assist, entrambi sfruttati da El Shaarawy e non ha avuto modo di misurarsi con l’Europa League perché la Roma, avendo ritardato la cessione di Zaniolo, non era nelle condizioni finanziarie di aggiungerlo alla lista Uefa nel rispetto del fair play finanziario. Rispetto alle prime settimane, in inverno, quando non sembrava neanche avvicinarsi al livello dei compagni di squadra, Solbakken è cresciuto molto soprattutto nelle conoscenze tattiche.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida
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