Il derby a Roma, si sa, dura tutto l’anno. Le provocazioni, gli sfottò e le polemiche, soprattutto nelle ore successive alla stracittadina, prendono il sopravvento su tutto il resto, soprattutto sul calcio. E anche stavolta non è andata diversamente. Dal fischio finale di Lazio-Roma, quando dopo un parapiglia sono stati espulsi Cristante e Marusic, non sono mancati scontri verbali e confronti accesi che hanno infiammato la serata dell’Olimpico.
Dopo i lunghi festeggiamenti sotto la Curva Nord la Lazio è tornata negli spogliatoi per le interviste, li dove l’incrocio con i giallorossi era inevitabile, o quasi. Il club biancoceleste fa sapere che, a differenza della gestione della gare casalinghe della Roma che divide i percorsi dei corridoi tra padroni di casa e ospiti, la Lazio agisce diversamente, senza separazioni.
Ma da Trigoria fanno sapere che l’accordo tra i club prevedeva un percorso diverso nella pancia dello stadio. E proprio questo, assieme all’atteggiamento ritenuto volutamente provocatorio, avrebbe infastidito i giallorossi. Soltanto alcuni membri del club biancoceleste sarebbero passati davanti allo spogliatoio della Roma, con Milinkovic e Sarri tra i primi a transitare, senza però alcuno scambio di battute. Il batttibecco arriva nel momento in cui è Romagnoli, seppur invitato da un membro dello staff della Lazio a percorrere l’altro corridoio, a passare davanti allo spogliatoio della Roma. I sorrisi ironici del difensore biancoceleste hanno scatenato la reazione di Mancini, che si è scagliato verbalmente contro l’avversario.
Nei pressi dello spogliatoio si trovano in quegli istanti anche Mourinho e Lotito. Uno scambio di battute piccate tra i due, niente di più. Il portoghese si rivolge così al patron: «Che ca**o guardi?», ricevendo la risposta veemente di Lotito: «Io sono il presidente, sto a casa mia e faccio quello che mi pare». Un tono poco gradito da Tiago Pinto, che mentre Mourinho si defilava ha pregato il presidente di utilizzare toni più rispettosi nei confronti dell’allenatore giallo-rosso. Ieri, tra l’altro, Lotito ha fornito una sua versione dei fatti: «Quando ho visto paranoie e un parapiglia, ero Ii. Poi un giocatore della Roma era completamente nudo nel corridoio, cosa poco gradita. Ho visto un battibecco con un mio giocatore che se ne stava andando già vestito e mi sono fermato per capire».
Evitato, poi, uno scontro fisico tra Lotito e il preparatore dei portieri giallorosso Nuno Santos, espulso durante il match. Il tutto sotto gli occhi di un ispettore della Procura Federale, che dovrebbe limitarsi a segnalare quanto accaduto, anche se non sono nell’aria ulteriori squalifiche. Oggi saranno rese note le decisioni del Giudice Sportivo che chiariranno meglio quanto successo.
Non si placa la polemica sui cori antisemiti cantati dai tifosi biancocelesti, con l’intervento del presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello: «Una curva intera che canta cori antisemiti, un tifoso in tribuna con la maglia Hitlerson e il numero 88 e noi, come sempre, gli unici a indignarci e a protestare. Possibile che tutti continuino a far finta di nulla».
Puntuale la risposta del Ministro Abodi («Farò la mia parte») mentre sul caso del tifoso, il club sta collaborando per identificarlo e sanzionarlo. Previsto un incontro il 30 marzo col ministro Piantedosi che chiede di inviduare gli autori.
FONTE: Il Tempo – L. Pes