Le buone notizie per la Roma ammontano a sette. Troppe? Vediamo. La prima: impossibile che giovedì il Leicester costruisca un’azione come quella che ha portato alla rete di Dumfries, quattro tocchi di prima per una verticalizzazione da capogiro culminata con un taglio dell’esterno olandese ai limiti della denuncia per invasione territoriale, dato che il ragazzo nerazzurro era quasi approdato sulla fascia sinistra, dove con palla in movimento di solito gli esterni destri non vanno mai, ma proprio mai, nemmeno se trasportati di peso.
La seconda: impossibile che esista un solo giocatore del Leicester che sappia essere cinque cose insieme come riesce a Brozovic. La terza: l’Inter è più forte della Roma e si conosce meglio (la Roma ha cominciato da poco a conoscersi). All’Inter il gioco viene facile come l’acqua al cavo della mano, alla Roma ogni tanto. La quarta: la prima rete dell’Inter è stata comunque confezionata subito dopo una clamorosa palla gol capitata sulla testa di Mancini: metti dentro quel pallone e vediamo se cambia qualcosa.
La quinta: la Roma ha mantenuto un contegno dignitoso sino a segnare anche lei un gran gol, non del tutto inutile. La sesta: lasciare un uomo solo in area su calcio d’angolo (Lautaro) è un vizio conclamato (vedi Bodø) ma non ancora psicanalizzato.
Quale migliore occasione della semifinale col Leicester per provvedere. Ultima buona notizia: il Leicester stesso. Gli inglesi erano ancora negli spogliatoi del loro stadio quando cominciava Inter-Roma. Avevano appena chiuso un pallido 0-0 casalingo con l’Aston Villa dal quale era (ri)emerso il fatto che senza Vardy l’attacco del Leicester è veramente una scommessa. Purtroppo però Vardy è tornato dall’infortunio, ha giocato qualche minuto nel finale. Non è in forma, ma siccome Vardy è un pazzo scatenato non è escluso che giovedì possa essere già al top. E questa è l’unica, vera cattiva notizia.
FONTE: La Repubblica – E. Sisti
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